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L’Università di Torino integra l’intelligenza artificiale in didattica, ricerca e amministrazione

Tra accordi strategici, laboratori formativi e strumenti generativi, l’ateneo punta a un uso consapevole dell’AI, promuovendo innovazione, inclusività e tutela dei dati.

L’intelligenza artificiale sta trasformando il mondo accademico, e l’Università di Torino ha scelto di un approccio strutturato e consapevole con questa tecnologia in costante crescita. Invece di vietarne l’uso, l’ateneo promuove un impiego responsabile dell’AI, riconoscendone al contempo le opportunità e i rischi. Per garantire maggiore sicurezza e affidabilità nell’utilizzo degli strumenti generativi, l’ateneo ha siglato un accordo con OpenAI e Microsoft, attraverso il quale sono state distribuite 600 licenze di ChatGPT e Copilot. L’elevata richiesta, che ha portato all’esaurimento rapido delle licenze, testimonia l’interesse concreto della comunità accademica verso queste tecnologie.

Questa iniziativa, che mira a tutelare la riservatezza dei dati evitando che vengano utilizzati per addestrare modelli pubblici, si inserisce in una più ampia strategia dell’ateneo per integrare l’AI nei processi formativi, nella ricerca scientifica e nella gestione amministrativa.

L’AI al servizio della didattica

Uno degli ambiti in cui l’intelligenza artificiale ha iniziato a incidere in modo rilevante è la didattica. L’ateneo torinese ha già attivato laboratori e percorsi formativi specifici, come quello all’interno del corso di laurea in Scienze della Comunicazione, dove gli studenti imparano a interagire con i sistemi AI in modo critico e riflessivo. Come evidenziato da Gabriella Taddeo, presidente del corso, l’obiettivo non è solo tecnico, ma culturale: saper porre le domande giuste diventa una competenza chiave.

Parallelamente, si sta lavorando alla revisione delle linee guida per l’elaborazione delle tesi di laurea, con l’intento di tenere conto del crescente ruolo che l’AI gioca nella produzione accademica. In questo modo, l’Università di Torino punta a formare studenti che non solo sappiano usare questi strumenti, ma anche comprenderne implicazioni ed etica.

Benefici per studenti, docenti e personale

L’approccio all’AI dell’ateneo torinese è sistemico e coinvolge tutte le componenti della vita universitaria:

  • Per gli studenti, strumenti come ChatGPT possono fungere da supporto nella redazione di testi accademici, nella ricerca bibliografica e nella creazione di percorsi di studio personalizzati. Sono anche un mezzo per migliorare l’accessibilità, grazie a funzioni di traduzione e sottotitolazione, e per acquisire competenze digitali essenziali.
  • Per i docenti, l’AI è un alleato nella preparazione delle lezioni, nella proposta di contenuti interattivi e nella valutazione degli studenti. Nella ricerca, aiuta a elaborare grandi moli di dati e a individuare pattern rilevanti in tempi ridotti.
  • Per il personale amministrativo, consente l’automazione di molte attività ricorrenti, come la trascrizione di riunioni, la gestione degli appuntamenti e la risposta a domande frequenti, migliorando l’efficienza e liberando risorse umane per compiti più strategici.

Un centro per sostenere la trasformazione

A supporto di questa evoluzione, l’Università di Torino ha istituito il Teaching and Learning Center (TLC), un polo dedicato all’innovazione didattica e alla formazione continua del corpo docente. Il TLC promuove l’adozione consapevole delle tecnologie digitali e coordina le sperimentazioni in corso, ponendosi come punto di riferimento per un modello educativo aggiornato, inclusivo e partecipativo.

Sul fronte della ricerca, il Dipartimento di Informatica è attivamente impegnato nello sviluppo di progetti legati al machine learning, al social computing e alla rappresentazione della conoscenza. Interessante anche l’esperienza del Dipartimento di Giurisprudenza, che sperimenta l’uso dell’AI per accompagnare studenti fuoricorso in percorsi di studio personalizzati.

Sicurezza, etica e trasparenza

L’adozione dell’intelligenza artificiale comporta inevitabilmente interrogativi etici e richieste di trasparenza. Il Vicerettore per l’AI, Guido Boella, ha sottolineato che l’accordo con OpenAI e Microsoft non solo consente l’uso di strumenti avanzati, ma garantisce anche che i dati condivisi all’interno delle piattaforme non vengano utilizzati per l’addestramento di modelli pubblici, tutelando così la riservatezza delle informazioni sensibili.

Autore

Luca Coppolella
Head of Content

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