La raccolta di fondi consente alle startup di assicurarsi il capitale necessario per la customer discovery, lo sviluppo del prodotto, l’assunzione di talenti e la scalata delle operazioni: tutti fattori fondamentali per il successo.
Ma come funziona il fundraising? Come si trovano gli investitori? Queste sono domande complesse, che non hanno delle risposte universalmente valide. Tanti fattori, fra i quali il grado di maturità della startup e il settore di appartenenza, possono avere un peso nel determinare la strategia di fundraising migliore.
Mentre eravamo alla ricerca di risposte universalmente valide, abbiamo trovato un contenuto particolarmente interessante, pubblicato da Y Combinator.
Proviamo a riassumerne insieme i punti chiave.
I consigli di Y Combinator per le startup alla ricerca di finanziamenti
Y Combinator (YC) è un acceleratore di startup americano fondato nel 2005. Il suo approccio trasparente e costruttivo, unito al suo impegno nel promuovere l’innovazione, gli ha permesso di conquistare la fiducia della comunità imprenditoriale internazionale. I numerosi unicorni e le fiorenti aziende nate dai suoi programmi sono una convincente testimonianza di credibilità e di efficacia.
YC ha aiutato più di 2.000 società ed è diventata così un punto di riferimento sia per gli aspiranti imprenditori che per i founder più esperti.
7 miti da sfatare sulla raccolta di fondi per startup
Brad Flora, partner di YC Group, ha partecipato a svariati fundraising e li ha seguiti ricoprendo molteplici ruoli: come founder, come angel investor e come partner di YC Group. Chi meglio di lui può aiutarci a sfatare i miti più comuni, legati alla ricerca di investitori per startup?
1 – La raccolta fondi è un’attività affascinante ricca di glamour e lustrini
La raccolta di fondi per le startup può sembrare affascinante, ma la realtà è ben diversa. In alcuni programmi tv come Shark Tank, il processo viene presentato come molto breve e ad altissima pressione. Gli imprenditori presentano la loro idea di business a potenziali investitori in 3 minuti e lo fanno sembrare un evento ricco di glamour, in cui ci si gioca il tutto per tutto in pochi istanti…
La raccolta di fondi in realtà comporta molti incontri individuali e lunghe chiacchierate in ambienti informali. Magari davanti a un caffè e solitamente lontani dalla lucina rossa della telecamera.
Le competizioni di pitch e gli eventi di business plan visti in Shark Tank, servono soprattutto ai fini dello spettacolo e del marketing. A dire il vero, la raccolta di fondi è un lavoro duro, con i fondatori che incontrano i potenziali investitori di persona oppure in videochat e cercano di convincerli a investire.
Normalmente sono necessari diversi mesi per raccogliere i fondi necessari.
2 – È necessario raccogliere fondi prima di iniziare a lavorare sulla propria startup
Un mito comune nell’avvio di un’impresa è la convinzione che sia necessario raccogliere fondi prima di poter iniziare a lavorare sulla propria startup. Tuttavia, i founder di successo affrontano la raccolta fondi in modo diverso. Si concentrano sulla costruzione della prima versione del loro prodotto, anche se si tratta di un semplice prototipo, e sull’acquisizione di utenti. Solo dopo iniziano a cercare finanziamenti.
La costruzione di un prototipo o l’hosting di un sito web sono diventati più economici e facili nel corso degli anni, e anche la ricerca di potenziali utenti è più accessibile attraverso piattaforme come Product Hunt e i social media.
Disponendo di un prodotto e di una base di utenti, i fondatori attirano gli investitori che preferiscono le startup già avviate. Ad esempio, Solugen, una startup di produzione chimica, ha iniziato costruendo una versione ridotta del proprio reattore in grado di produrre e vendere perossido di idrogeno. I ricavi sono stati generati dalla vendita ai negozi di forniture per vasche idromassaggio.
Gli investitori erano più propensi a sostenere Solugen perché aveva fatto progressi e dimostrato un potenziale di mercato. Alla fine hanno raccolto 400 milioni di dollari e hanno scalato la loro attività.
3 – La mia startup deve stupire e impressionare gli investitori!
Credere che la startup debba essere impressionante per raccogliere fondi non è vero. Più che impressionare gli investitori, è necessario convincerli che si tratti di un progetto valido.
Molte startup di successo inizialmente sembravano “terribili”, ma gli investitori più lungimiranti hanno fiutato le loro potenzialità e creduto nel progetto.
Non servono parole magiche o discorsi fantasiosi: bisogna creare qualcosa che la gente vuole e spiegare come può diventare un successo.
Un esempio è Retool, un’azienda che ha raccolto fondi semplicemente mostrando agli investitori il proprio software e parlando del suo valore per i clienti. Non hanno cercato di stupire o impressionare, hanno semplicemente spiegato e convinto.
4 – Raccogliere fondi è complicato, lento e costoso
La raccolta di fondi per le startup può sembrare complicata, lenta e costosa. E a volte è vero, soprattutto se si leggono solo le notizie che riguardano i grandi round di finanziamento. Tuttavia, questi grandi round non sono la norma per la maggior parte delle startup. La realtà è che i finanziamenti nelle fasi iniziali, come i seed round o la raccolta di denaro da amici e familiari, possono essere molto più piccoli e veloci.
Nel 2013, Y Combinator ha creato un documento standard di raccolta fondi chiamato SAFE (Simple Agreement for Equity), che ha semplificato il processo di raccolta fondi.
Il SAFE è un documento breve, facile da capire e può essere chiuso rapidamente senza dover ricorrere a costosi avvocati. Regola un patto tra investitore e startup: chi effettua un investimento in una società ne otterrà le relative quote o azioni in un secondo momento. Ovvero quando si verificherà un determinato evento che permetterà di ottenere nuovi liquidi in azienda (aumento di capitale, vendita quote di partecipazione o un nuovo finanziamento).
Da giugno 2023 è realtà anche il SAFE italiano, grazie alla collaborazione tra Italian Tech Alliance, Growth Capital e gli studi legali Portolano Cavallo e Linklaters Italia.
Questo tipo di raccolta fondi rapida ed economica offre ai fondatori una maggiore leva quando parlano con gli investitori. Ad esempio, la startup biotecnologica Azure Bio è stata in grado di raccogliere il suo primo milione di dollari utilizzando il SAFE. Questo ne ha accelerato i progressi e le ha permesso di avere più influenza e credibilità nel momento in cui, solida e matura, si è rivolta a investitori più strutturati. La raccolta di fondi per le startup non deve essere per forza complicata e lenta.
5 – Avere degli investitori mi farà perdere il controllo dell’azienda
Raccogliere fondi per la tua startup non significa perderne il controllo. Anzi, oggi i fondatori hanno più controllo sulle loro aziende che mai. Spesso, quando si raccolgono fondi attraverso i seed round, non si rinuncia a nessun posto nel consiglio di amministrazione. Questo significa che puoi costruire la tua azienda nel modo che preferisci e non rispondere a nessuno, se non ai tuoi clienti.
Prendiamo l’esempio di Zapier, una startup di successo che ha raccolto fondi all’inizio della propria attività e che mentre cresceva ha mantenuto il controllo della propria azienda fornendo soluzioni a migliaia di clienti.
Considera la possibilità di raccogliere denaro in anticipo e di non doverlo più fare, come ha fatto Zapier. Avrai più controllo e potrai concentrarti sulla felicità dei tuoi clienti.
6 – Per raccogliere fondi è necessaria una rete di conoscenze di alto livello
Per raccogliere fondi per le startup non è necessaria una rete di conoscenze “di lusso”. La realtà è che agli investitori interessa di più se il prodotto è desiderato dalla gente, piuttosto che il tuo background o le tue conoscenze.
Prendiamo l’esempio di Podium, un’azienda che ha iniziato a produrre software per i gommisti. I fondatori non avevano una rete di contatti nella Silicon Valley, ma hanno avuto successo perché hanno creato qualcosa che la gente voleva. Sono riusciti a raccogliere fondi e ora l’azienda guadagna milioni di dollari.
7 – Se gli investitori rifiutano i finanziamenti l’idea della startup non è buona
Se gli investitori rifiutano di finanziare la tua startup, non significa che l’idea sia sbagliata.
La verità è che anche i grandi prodotti e le aziende di successo vengono rifiutati dagli investitori. Basti pensare a Envision, una startup di dispositivi medici che è stata respinta più di 50 volte prima di ottenere un finanziamento. Alla fine è stata acquisita per milioni di dollari. La chiave è credere nel proprio prodotto e continuare ad andare avanti, anche di fronte ad un rifiuto.
Il rifiuto è una tappa del processo verso il successo
Non esiste una strada prestabilita per il successo. Quindi, se ti stai chiedendo se il mondo delle startup sia davvero fatto per te, ricorda che il comune denominatore di questi miti che abbiamo cercato di sfatare è l’idea, fuorviante, che solo alcuni privilegiati possano avere successo. La realtà è che non c’è una formula magica o una via riservata a pochi eletti.
Chiunque abbia le capacità e i tratti caratteriali giusti, può pensare di creare una startup e raccogliere del capitale per farla crescere. Ricorda, non hai bisogno del permesso di nessuno per iniziare il tuo viaggio imprenditoriale. La chiave è creare qualcosa che la gente desideri e saper comunicare la tua visione in modo autentico.
Per approfondire i consigli di Brad Flora ti consigliamo di guardare con attenzione il video How Startup Fundraising Works | Startup School. Se la tua startup non è ancora stata mappata su Torino Tech Map entra nell’ecosistema dell’innovazione torinese.