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Ermes sta conquistando la Spagna

Prende il nome dal messaggero degli dèi dell’Olimpo la startup torinese che usa l’intelligenza artificiale per un avanzato sistema di protezione antiphishing.

Cos’è il phishing?

Si tratta di una tipologia di truffa informatica finalizzata a estorcere alla vittima informazioni personali per sottrarre l’accesso ai suoi profili di pagamento o di home banking, spacciandosi per il fornitore di tali servizi via mail o sms. Il fenomeno durante la pandemia è cresciuto notevolmente, anche grazie al fatto che è sorta la necessità di utilizzare una maggior quantità di servizi telematici in una fetta sempre maggiore di popolazione con conoscenze informatiche basilari o scarse. Un’indagine di Avira, azienda tedesca produttrice di software antivirus, ha evidenziato come più del 60% dei datori di lavoro non abbia preso provvedimenti per garantire la cyber security nello smart working e che nonostante il 50% degli italiani sia preoccupato da furti e truffe informatiche solo un quarto di questi comprerebbe un software per la sicurezza digitale. Il 95% di un campione di professionisti IT a livello globale ha affermato, inoltre, di aver dovuto affrontare ulteriori problemi di sicurezza informatica a causa della diffusione del Covid-19 e dello smart working.


Ermes si è occupata di censire le principali frodi informatiche che vengono veicolate dal web (fonte: Gli Italiani navigano senza protezione, Il Manifesto, 28/10/2020):

  1. furto d’identità: si realizza a partire dalle informazioni su dipendenti e i loro dispositivi tracciate e archiviate su sistemi esterni all’azienda mettendo a rischio privacy professionale e sicurezza aziendale;
  2. keylogging: i siti possono “registrare” qualsiasi azione eseguita sulle pagine visitate, come clic e sequenze di tasti. I dati raccolti contengono anche credenziali e numeri di carta di credito;
  3. tabnabbing: furto delle credenziali di accesso attraverso false tab o finestre web simili a quelle dei siti più comuni come Facebook e Gmail in cui l’utente immette senza saperlo username e password.;
  4. raccolta fraudolenta dei dati: in seguito alla normale navigazione dei dipendenti, cronologie web, tracce di clic, contatti e credenziali forniti nei moduli possono essere rubati e utilizzati per scopi dannosi;
  5. spionaggio digitale: I profili creati dagli elementi traccianti della pagina possono essere ceduti a concorrenti o utilizzati per bloccare linee produttive;
  6. cryptojacking: i siti incorporano script che sfruttano la potenza di calcolo dei nostri dispositivi per estrarre criptovalute rallentando le prestazioni dei dispositivi fino al 95%.

Ermes arriva in Spagna

Nata nell’incubatore i3P del Politecnico di Torino nel 2018, Ermes può vantare un sistema di cybersecurity veloce, scalabile e efficace nel 97% dei casi di attacco informatico grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, del machine learning e dei big data. Questa soluzione ha già supportato grandi realtà come Unione Industriale di Torino, Carrefour, Enel, Lavazza e Reale Mutua.

Il secondo ramo aziendale di Ermes si inserirà nella cornice di Barcelona Tech City, hub tech della città omonima dove si incontrano istituzioni, enti di ricerca, startup e aziende. La Spagna, secondo il management di Ermes, è un mercato simile a quello italiano, con criticità analoghe ma anche con un’economia, in questa fase, più dinamica e interconnessa con il continente americano.
Per questo motivo non c’è solo la Spagna tra gli obiettivi della startup torinese ma tutta la penisola iberica: infatti, parallelamente, è partita una collaborazione con l’acceleratore portoghese BGI della MIT Portugal Entrepreneurship Initiative che apre la strada anche dall’altra parte dell’Atlantico, grazie alle connessioni con il MIT di Boston.

E l’Italia?

Quella di Ermes non è una fuga, anzi. La startup sta contemporaneamente consolidando e ampliando la sua presenza a Torino. Lo confermano l’attivazione di nuove risorse nella rinnovata e ingrandita sede torinese durante il primo lockdown, visto il grande aumento di richieste dei servizi alla luce dei dati illustrati in precedenza, ma soprattutto le parole del CEO Hassan Metwalley: “Contrariamente a ciò che si pensa, l’Italia, Torino in particolare, è un luogo ideale dove fare innovazione e noi continueremo a investire risorse nel nostro paese, anche ampliando la nostra offerta alle piccole e medie imprese. D’altra parte i numeri ci danno ragione e anche l’interesse di una multinazionale della consulenza come Gartner, con cui abbiamo stretto recentemente una partnership”.

Autore

Luca Coppolella
Head of Content

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