Diventare un accademico non è più l’unica opzione di carriera per un ricercatore scientifico. Avviare un’azienda infatti, sta diventando un’alternativa altrettanto interessante, tanto che quasi il 30% dei CEO delle Aziende Fortune 50 ha un percorso di studi scientifico. Tuttavia, in Europa, il numero di individui di talento che si trasferiscono dall’accademia all’imprenditorialità non è ancora alto come quello di altri ecosistemi.
Ci sono, però, molti casi in cui questa opportunità è stata colta con successo: uno dei più vicini al nostro ecosistema innovativo torinese è quello di Stefano Buono, fisico con alle spalle 10 anni di ricerca al CERN di Ginevra. Buono, dopo la più grande exit della storia italiana da quasi 4 miliardi di euro con la vendita di Advanced Accelerator Applications a Novartis, ora ha raccolto già diverse centinaia di milioni con la sua startup newcleo, con ambizioni da unicorn, che si occupa di energia nucleare ecologica con l’uso di combustibili riciclati.
Due casi eccellenti
Abbiamo parlato con Sonja Visentin (Università degli Studi di Torino) e Francesca Vipiana (Politecnico di Torino), due ricercatrici diventate imprenditrici anche grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, che attualmente ha coinvolto i loro team di ricerca nel progetto Trapezio. Questo bando ha lo scopo di valorizzare le migliori proposte progettuali di ricerca competitiva che, pur essendo state valutate positivamente dai progetti della Commissione Europea, sono escluse dai finanziamenti per vincoli di budget. In quest’ottica, la linea 1 del progetto Trapezio, “Sostenere la ricerca competitiva”, supporta progettualità internazionali di qualità nell’ambito della ricerca, valorizza la partecipazione a bandi competitivi internazionali come ERC ed EIC e incrementa la capacità di attrazione di fondi degli Enti di ricerca pubblici e privati del territorio ligure e piemontese.
Il prossimo 12 ottobre Sonja Visentin e Francesca Vipiana saranno nostre ospiti durante l’evento Trapezio: in equilibrio tra opportunità, ricerca e imprenditorialità, che abbiamo co-organizzato con Fondazione Compagnia di San Paolo. In preparazione di questo incontro hanno condiviso con noi le sfide affrontate nel compiere il grande passo verso l’imprenditorialità.
Ci raccontate la vostra storia accademica e il focus della vostra ricerca?
Francesca Vipiana: Mi sono laureata al Politecnico di Torino e ho continuato a studiare qui, conseguendo il dottorato. Da allora, ho dedicato la mia carriera accademica al Politecnico. Mi sono specializzata nel settore dei campi elettromagnetici e antenne, in particolare nel range delle microonde. Il mio lavoro principale riguarda la progettazione e la realizzazione di antenne e sensori operanti in questo intervallo di frequenze. Recentemente, ho sviluppato ulteriormente questa competenza nell’ambito “imaging and sensing” a microonde nel settore medico, un campo che combina la mia conoscenza delle microonde e antenne con l’obiettivo di rilevare condizioni di salute alterate come ictus cerebrali o tumori in diverse parti del corpo umano. Inoltre, ho applicato queste conoscenze anche nell’industria, lavorando ad esempio su sistemi di rilevamento automatico per identificare contaminanti nei prodotti alimentari.
Sonja Visentin: La mia laurea è in farmacia e ho conseguito il dottorato in chimica del farmaco, con un particolare interesse per le molecole con attività vasodilatatrice basate sul monossido di azoto. Successivamente, mi sono spostata al Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute. Negli ultimi anni, ho concentrato la mia ricerca sul trattamento di patologie causate da microrganismi come batteri, virus e funghi, con un focus particolare sulla crescente minaccia della resistenza antimicrobica. Attualmente il mio lavoro si basa su nanoparticelle a base proteica, utilizzando una proteina presente nel muco che è il nostro primo meccanismo di difesa. In questo contesto, ho co-fondato uno spin-off che produce proprio modelli di muco in cui coltiviamo microorganismi per studiare l’attività dei farmaci antimicrobici in una matrice fisiologica tridimensionale.
Come avete deciso di intraprendere l’attività imprenditoriale e quanto il vostro background da ricercatrici vi ha influenzato positivamente in questo percorso?
Sonja Visentin: La nostra startup Bac3gel, è uno spin-off dell’Università degli Studi di Torino, dell’Università di Pavia e del Politecnico di Milano. Questo progetto è nato inizialmente come una collaborazione accademica tra professori e giovani ricercatori sulla creazione di modelli di muco in cui coltivare microrganismi. Il muco sano ospita una comunità microbica straordinariamente stabile e diversificata e il mantenimento di questo microbiota è essenziale per la salute umana, sia per sostenere i batteri commensali che svolgono un’ampia gamma di funzioni benefiche, sia per prevenire la crescita di agenti patogeni. Tuttavia, il modo in cui l’ospite seleziona e mantiene un microbiota specializzato rimane in gran parte sconosciuto. Inoltre il muco costituisce una barriera per i farmaci e il nostro obiettivo è sviluppare farmaci e/o sistemi di somministrazione in grado di superarla. Il nostro background accademico è stato fondamentale per affrontare questo problema complesso e, successivamente, per trasformare l’idea accademica in una startup. Tuttavia, il passaggio da un ambiente accademico a un’attività imprenditoriale non è stato semplice. Fortunatamente abbiamo vinto la challenge Switch2Product Programma d’Innovazione organizzata da PoliHub, Technology Transfer Office del Politecnico di Milano e Officine Innovazione di Deloitte nato per supportare la nascita di startup innovative. Siamo quindi stati inseriti in un percorso che ci ha fornito una formazione su come valorizzare i frutti dell’attività di ricerca accademica promuovendo l’idea di imprenditorialità.
Francesca Vipiana: Nel mio caso, l’idea alla base della startup Wavision è nata in un contesto completamente accademico. Abbiamo iniziato come parte di un progetto interno del Politecnico chiamato “Ricerca dei talenti”, finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo. Grazie alle nostre conoscenze nel campo dell’immagine a microonde in ambito medico, abbiamo cercato di applicare questa tecnologia in un contesto diverso, concentrandoci sulla rilevazione di contaminanti invisibili ad altri sistemi, come i raggi X, in prodotti alimentari confezionati, in modo non distruttivo. Abbiamo iniziato con la sperimentazione in laboratorio e, grazie a finanziamenti e supporto, siamo riusciti a passare a una fase di test su linee industriali esterne all’università. Questi test hanno dimostrato che la nostra tecnologia, mai utilizzata in precedenza in questo settore, poteva rilevare contaminanti invisibili ad altri metodi. Questo ha suscitato un forte interesse nell’industria, poiché copriva un’applicazione per cui non esisteva alcun sistema commerciale. Abbiamo quindi fondato la startup Wavision, che è diventata uno spin-off del Politecnico di Torino, coinvolgendo altri ricercatori dell’ateneo come co-fondatori. Il passaggio da un ambiente accademico a un contesto imprenditoriale è stato impegnativo, ma ora coinvolge una forte componente scientifica e commerciale, con un partner industriale che supporta la parte economica.
Sonja Visentin: È importante sottolineare che la decisione di brevettare un’idea piuttosto che pubblicare un articolo scientifico è cruciale. Gli accademici sono spesso valutati principalmente per le pubblicazioni scientifiche, ma se si ritiene che un’idea possa avere un impatto industriale o commerciale, è fondamentale considerare l’opzione del brevetto. Infatti, una volta pubblicata un’idea, non è più possibile brevettarla in tempi brevi. Scegliere di brevettare prevede di sostenere dei costi, quindi il difficile è distinguere quali idee possano avere un futuro commerciale durante l’attività di ricerca accademica. Il nostro successo è dovuto alla nostra capacità di identificare questa opportunità prima di pubblicare i risultati e di brevettare l’idea.
Su cosa si incentra il vostro attuale lavoro di ricerca con cui vi siete candidate al progetto Trapezio?
Sonja Visentin: Il progetto MITIGATE (Mucosomes Interaction TurnInG pAThogEn) prevede lo sviluppo di una vera e propria piattaforma innovativa e versatile per la veicolazione di farmaci. I mucosomi sono una nuova classe di nanoparticelle proteiche, ottenute da proteine chiamate mucine e l’unicità del sistema risiede nella sua capacità di interagire con gli agenti patogeni, nella possibilità di intrappolare farmaci di natura diversa e nelle proprietà mucoadesive intrinse che del nanosistema. L’obiettivo del progetto è quello di riconcettualizzare la nanomedicina antimicrobica sviluppando una nanopiattaforma multifunzionale che moduli simultaneamente la virulenza batterica, le risposte delle cellule immunitarie innate e veicolare farmaci antibatterici ed immunomodulatori.
Francesca Vipiana: L’obiettivo del progetto “THERAD – Microwave Theranostics for Alzheimer’s Disease” è realizzare un prototipo che sfrutta l’interazione tra le microonde e i tessuti cerebrali al fine di rilevare le diverse proprietà elettromagnetiche dei tessuti. In particolare il progetto analizzerà la capacità delle microonde di rilevare i biomarcatori diagnostici della malattia di Alzheimer nel liquido cerebrospinale in modo non invasivo.
Come avete iniziato il vostro percorso con Fondazione Compagnia di San Paolo, poi convogliato nel progetto Trapezio, e che cosa vi aspettate dal loro affiancamento in questa fase che è appena iniziata?
Sonja Visentin: Il nostro percorso con Fondazione Compagnia di San Paolo è iniziato con il progetto EIC Pathfinder a cui abbiamo partecipato, come il gruppo di lavoro di Francesca, insieme a circa altre 8.000 realtà. Solo il 7% delle idee proposte l’anno scorso è arrivato al finanziamento quindi come processo è stato molto competitivo, visto questo success rate molto basso anche se in linea con quelle che sono le percentuali dei progetti europei. Tuttavia, grazie alla valutazione positiva che abbiamo ricevuto per il progetto EIC Pathfinder, siamo stati in grado di proporre la nostra candidatura per il progetto Trapezio. I progetti EIC Pathfinder sono noti per essere basati su idee altamente innovative che abbiano un impatto significativo sia a livello sociale che industriale, e siano preferibilmente già brevettate. Nel nostro caso, avevamo sviluppato un’idea iniziale sempre grazie al supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo tramite il POC Instrument. Nonostante fossimo ancora alle fasi iniziali, l’idea era maturata e si era evoluta, consentendoci di applicare con successo per il progetto EIC Pathfinder. Questo finanziamento ci consentirà di compiere progressi significativi, come il reclutamento di giovani ricercatori, che sono la linfa vitale per il successo delle idee innovative. Inoltre, il progetto MITIGATE è incentrato sul settore farmaceutico, che richiede una pipeline di sviluppo lunga e complessa. Trapezio ci permetterà di avanzare decisamente nel nostro percorso e di raggiungere uno dei passaggi chiave, ovvero le prove in vivo del nanosistema che abbiamo sviluppato. Questa fase è cruciale e alcuni investitori e acceleratori con cui abbiamo già parlato ci hanno confermato che è indispensabile per poter poi costituire una nuova startup. Quindi per noi sarà veramente fondamentale questo contributo del progetto Trapezio per traslare la nostra idea accademica verso un’idea imprenditoriale. Questo passaggio sarà facilitato anche dal fatto che, con la nostra startup Bac3gel, abbiamo ottenuto recentemente un finanziamento dall’EIC Accelerator. Questo programma dedicato alle startup emergenti ci consentirà di acquisire ulteriori esperienze che saranno sicuramente utili nella fondazione della nuova startup sullo sviluppo dei mucosomi.
Francesca Vipiana: Il nostro coinvolgimento con Fondazione Compagnia di San Paolo ha radici comuni, poiché come diceva Sonja abbiamo partecipato anche noi al bando europeo EIC Pathfinder e ottenuto valutazioni positive. Anche noi, nonostante la nostra valutazione positiva, non siamo stati selezionati per il finanziamento per solo 0,1 punti. Per la filosofia di EIC Pathfinder l’idea proposta deve essere ad altissimo potenziale innovativo: reputavamo che l’applicazione medica del nostro lavoro di ricerca fosse particolarmente originale e, a nostro vedere, ad alto impatto. Quindi abbiamo colto l’opportunità offerta da Trapezio, che abbiamo avuto la fortuna di vincere e che ci permetterà di lavorare alla nostra idea e passare a un TRL più alto grazie a dei test di laboratorio avanzati. Trapezio ci consente di affrontare una serie di sfide cruciali. Per quanto mi riguarda, il primo risultato che desidero raggiungere è assumere un giovane ricercatore che si possa dedicare al 100% alle attività di ricerca riguardanti il progetto THERAD, perché è fondamentale per quello che vogliamo sviluppare. Oltre a questo vogliamo avviare nel nostro laboratorio esperimenti utilizzando fantocci sintetici dei vari tessuti della testa umana in modo da verificare le nostre ipotesi su come utilizzare le microonde per questa nuova applicazione per poi passare ad attività di testing in ambito medico.
Non perdere l’occasione di conoscere e ascoltare Sonja Visentin e Francesca Vipiana durante il nostro evento. Nel corso della serata, condotta da Marco Berry, potrai assistere ad altri interventi molto interessanti come quello di Irene Cassarino (The Doers) sull’applicazione del metodo scientifico alla ricerca accademica e alla creazione di startup. In seguito, Maurizio Spirito (Fondazione Links) ci racconterà le opportunità offerte dai bandi europei a sostegno della ricerca e dell’innovazione.
Conclusioni
Nell’intervista, Sonja Visentin e Francesca Vipiana condividono la loro storia accademica e il focus della loro ricerca in campi altamente innovativi. Entrambe hanno origini accademiche solide e hanno sviluppato idee di ricerca promettenti con l’obiettivo di portarle oltre il mondo accademico. Hanno partecipato a progetti europei, ottenuto finanziamenti e vinto progetti competitivi come Trapezio, che sta accelerando il loro percorso di sviluppo imprenditoriale. La collaborazione con Fondazione Compagnia di San Paolo è stata e sarà fondamentale per il loro successo.
Le due accademiche ci insegnano l’importanza di coltivare e di portare avanti con coraggio le idee innovative. Il loro percorso dimostra che la transizione dalla ricerca accademica all’imprenditorialità può essere una sfida, ma che con impegno, determinazione e il giusto sostegno, è possibile trasformare idee in progetti di successo. La collaborazione con istituzioni come Fondazione Compagnia di San Paolo può essere un catalizzatore cruciale per la messa a terra e la replicabilità di applicazioni ad alto potenziale come quelle di cui abbiamo parlato. Il mondo accademico deve continuare ad essere un bacino di riferimento per la generazione dell’innovazione e per il trasferimento tecnologico e per la creazione di dinamiche di open innovation che coinvolgono le università e altri enti sia pubblici che privati.