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Come sta l’ecosistema delle startup a Torino, prima città italiana per investimenti hi-tech?

Durante la presentazione del Report sulle Startup e PMI Innovative di Torino 2021 ci si è soffermati ad osservare lo stato di salute del nostro ambiente dell’innovazione.

Nella mattinata del 4 novembre, al Talent Garden Fondazione Agnelli, Il Club degli Investitori ha presentato l’edizione 2021 del Report sulle Startup e PMI innovative di Torino. Nella ricerca sono state analizzate complessivamente 543 startup fondate e operative a Torino per arrivare, dopo una scrematura del campione di indagine, a intervistarne un totale di 146.

La ricerca conclusasi a giugno ha proiettato i propri risultati fino alla fine dell’anno in corso, prevedendo una raccolta complessiva di finanziamenti che arriverà a superare i 200 milioni di euro. Nel 2020, a Torino, erano stati raccolti 60 milioni di euro. Il trend di crescita rispecchia quello nazionale dato che nel primo semestre 2021, in tutta Italia, erano già stati investiti in startup ben 628 milioni di euro, arrivando quasi a eguagliare in 6 mesi gli investimenti di tutto il 2020.

A Torino le aziende iscritte al Registro delle Startup e PMI innovative sono 543, di cui 461 startup e 82 PMI innovative, con una crescita del 18,3% in linea con il dato riguardante l’incremento nazionale. Circa il 63% delle imprese opera nel mondo del business-to-business e tecnologia e ha un fatturato medio di 133.000 euro, più basso rispetto alla media di 182.000 euro di tutto il territorio nazionale

Dal punto di vista anagrafico è stato confermato il dato del 2020 che indicava che la maggioranza dei founder ha già avuto precedenti esperienze imprenditoriali o manageriali, con un’età media che si mantiene ancora intorno ai 40 anni.

Analizzando invece gli aspetti finanziari, gran parte degli investimenti effettuati sul nostro territorio proviene da fondi di venture capital e business angel che hanno scelto, primariamente, di investire su realtà hi-tech: deeptech, ricerca tecnologica avanzata, robotica, aerospazio, medtech, biotech e industrial tech. Grazie a questi dati Torino potrà diventare la seconda città italiana per investimenti di venture capital e la prima per investimenti nell’hi-tech.

L’indagine supportata da UniCredit, che il Club degli Investitori ha condotto in partnership con Camera di commercio di Torino, ESCP Business School e ToTeM Torino Tech Map, ha evidenziato anche alcune criticità. Ad esempio, rispetto al 2020, è diminuita del 10% la percentuale di imprenditori che si sentono legati e coinvolti all’ecosistema dell’innovazione torinese. Chi conduce piccole e medie imprese o startup ha evidenziato la necessità di una maggiore contatto con gli investitori che destinano i propri fondi al nostro territorio, chiedendo una crescita delle occasioni di incontro e networking. Nonostante ciò, gli imprenditori torinesi sono ancora restii a spingere oltre i confini cittadini e nazionali i propri progetti, dato che meno di 4 startup su 10 sono già operative in contesti internazionali.

Mettendo i risultati di Torino a confronto con quelli di altre città europee (Monaco di Baviera, Rotterdam e Lione), la nostra città si trova in svantaggio dal punto di vista del numero di imprese innovative presenti e della capacità di attrarre capitali. Infatti, nella nostra città, il rapporto tra investimenti e PIL arriva ad essere fino a 10 volte inferiore rispetto al dato degli altri poli analizzati.

Su scala nazionale Torino si mantiene in linea con il dato medio italiano riguardante la presenza di aziende innovative di 2,20 startup ogni 10.000 abitanti, ma nella classifica generale è terza rispetto a Milano (7,8/10.000) e Roma (3,3/10.000).

Le parole delle persone intervenute durante l’evento sono state incoraggianti riguardo alle prospettive sul prossimo futuro del nostro ecosistema innovativo.

Giancarlo Rocchietti, Presidente del Club degli Investitori, ha commentato: “Per il futuro Torino può contare su un sistema fatto di 543 aziende innovative, 14 incubatori e acceleratori, 11 fra fondi di venture capital e corporate venture capital, 4 startup studio e 300 business angel, oltre ai principali istituti finanziari e alle principali fondazioni bancarie nazionali che hanno le radici proprio qui. E non dimentichiamo la qualità delle Università e della ricerca prodotta a Torino, riconosciuta da tutti gli operatori dell’innovazione intervistati nella Ricerca. Torino ha tutte le caratteristiche per mantenere il primato degli investimenti high-tech del venture capital italiano ma occorre che tutti lavorino per attrarre e far crescere nuove aziende tech, definendo i settori su cui puntare, aumentando la politica dei grandi eventi legati all’innovazione e ampliando l’offerta di formazione per i nuovi imprenditori”.

Andrea Griva, Chairman di SEI School of Entrepreneurship & Innovation, ha aggiunto: “Un anno fa è partito il progetto di ToTeM Torino Tech Map, di mappatura dell’ecosistema dell’innovazione di Torino. I numeri che abbiamo visto giustificano una visione ottimistica per Torino, abbiamo tutti gli ingredienti ma dobbiamo lavorare ancora molto per scrivere la ricetta giusta. Cosa manca? Probabilmente bisogna rafforzare il flusso che aiuta la trasformazione delle idee in progetti imprenditoriali e a seguire in startup e scaleup. Occorre lavorare a degli schemi precisi, come ad esempio quello francese o quello tedesco, per poter dare la chance di ogni buona idea di avere un banco di prova organizzato e con una reale struttura di supporto, sia pratico che finanziario. Penso che la chiave per far partire tutto questo circolo virtuoso è la nascita di una vera community, dobbiamo trovare il modo di unire i soggetti che vengono dal mondo accademico e dalle scuole, dal tessuto produttivo, dal campo della finanza e farli incontrare con continuità e costanza per parlarsi, confrontarsi e ispirarsi in incontri informali, animati e stimolanti”.

Anche Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino, ha commentato l’indagine: “Darsi ogni anno appuntamento per questa ricerca è un ottimo modo per misurare la temperatura alla città, le startup sono un termometro di quello che succede e delle dinamiche di crescita in corso. L’impegno dell’ente che rappresento è quello di uscire dal palazzo, di andare incontro alle imprese, di metterci realmente al servizio di giovani imprenditori e imprenditrici. Non bisogna più perdere tempo con la burocratizzazione dei processi ma una realtà strutturata come la Camera di commercio deve diventare un facilitatore, che agevoli l’iniziativa imprenditoriale. Stiamo lavorando molto anche sull’orientamento, per indirizzare le competenze e la loro generazione, sul sistema dei finanziamenti che dia stimolo alla nascita di nuova imprenditorialità in maniera trasversale su tutti i settori, che siano hi-tech o tradizionali, per mantenere e far restare questa energia sul nostro territorio”.

Infine Francesco Rattalino, Dean della ESCP Business School Campus Torino, ha concluso: “Per avere una reale ricaduta sui territori è importante costruire una massa critica mettendo insieme competenze e persone per creare attrattività. Noi ci occupiamo di educazione e formazione, per noi l’imprenditorialità è molto importante infatti abbiamo lanciato una specializzazione magistrale in Entrepreneurship proprio per diventare un riferimento sul territorio e per favorire una contaminazione e un arricchimento tra profili differenti. La formazione non è un lavoro semplice e la ricerca ha evidenziato l’esigenza di continuare a formare e crescere professionisti con un background imprenditoriale e questa è una sfida che noi vogliamo continuare ad affrontare. In questo modo sarà possibile spingere lo sviluppo, la crescita dell’attrattività e anche l’internazionalizzazione della nostra città”.

Durante l’evento di presentazione del Report è stato dato anche spazio a un’intervista di Alisa Sydow, Assistant Professor della ESCP Business School, ai founder delle startup ToothPic, Aiko Aerospace e Kither Biotech.

Autore

Luca Coppolella
Head of Content

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