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Alla caccia di un’idea di startup (pt. 2)

Leggi la seconda parte della risorsa che ti darà l'aiuto che ti serve per riordinare le idee... mentre cerchi le idee!

Nella prima parte di questa guida abbiamo visto gli errori più diffusi nella fase di idea generation di un progetto di startup. Oggi, invece, parliamo di come imparare a notare e distinguere le buone idee di startup seguendo dei semplici criteri per evitare di imbarcarci in maniera troppo avventata in progetti che potrebbero naufragare dopo poco tempo.

Criterio n°1

Quanto è grande la tua idea?

Il migliore modo per effettuare un’analisi di questo genere è fare benchmarking per capire quanto siano grandi le aziende esistenti che si occupano già di qualcosa di simile. Immaginiamo di voler sfondare nel settore automotive: tutto il pianeta è disseminato di aziende automobilistiche di diverse dimensioni, alcune dei veri e proprio colossi globali. Se stai lavorando perché il tuo contributo sia di impatto in questo settore, viste le sue dimensioni, stai lavorando a un’idea “grande”. Allo stesso modo potrebbe esserlo, in prospettiva, se invece ti stai rivolgendo a un mercato piccolo ma che promette di crescere enormemente nel futuro.

Criterio n°2

I fondatori sono degli esperti di ciò con cui si stanno confrontando?

Non proveresti mai a tagliare un osso di pollo con un cucchiaio di plastica. Beh, io alle elementari in mensa ce l’ho fatta ma il risultato è stato che l’interno mi ha disgustato, ci ho impiegato tutta la pausa pranzo e alla fine ho digiunato perché non avevo più tempo di mangiare altro. La determinazione è una grandissima qualità ma non può essere l’unico ingrediente per la tua ricetta del successo. Se vuoi creare un business per tagliare le ossa del pollo possono essere estremamente preziose persone visionarie e determinate, disposte a saltare il pranzo pur di riuscire a tagliarle con un cucchiaio di plastica, ma assicurati di avere anche persone che conoscano alla perfezione le basi tecniche e tecnologiche abilitanti della vostra idea e il mercato che state per affrontare.

Criterio n°3

Stai guardando il problema “dal lato giusto”?

Se hai un’esperienza personale con il problema e hai un’intuizione su come risolverlo sei sulla strada giusta. Ma il problema che stai affrontando non deve necessariamente essere un’esigenza primaria e condivisa ma, a volte, può funzionare anche trovare qualcosa che la collettività sia fermamente convinta di non volere e testarla con competenza e abilità, in modo da far cambiare idea e rendere la tua soluzione una grande opportunità. Un esempio può essere Couchsurfing: nel 2004, la maggior parte delle persone era certamente convinta che l’idea di dare accesso alla propria casa a degli estranei conosciuti in rete, permettendo loro di dormire sul divano, fosse un’idea pericolosa. Ma i founder di Couchsurfing ci hanno davvero provato, hanno ospitato degli estranei con cui hanno iniziato a condividere esperienze in città, e si sono resi conto che poteva essere divertente e stimolante. Dopo soli 10 anni, infatti, erano registrate sul loro sito 5,5 milioni di persone, con posti letto disponibili in oltre 97.000 città, suddivise tra 250 stati.

Criterio n°4

Stai realizzando un prodotto/servizio che tu stesso avresti voluto esistesse?

È molto più semplice avviare un’azienda di successo se stai facendo qualcosa che tu stesso vorresti, prima ancora che qualcosa che vorrebbero altre persone. Innanzitutto, puoi già rappresentare tu stesso il primo test di market fit per la tua idea (facendo un grande sforzo di oggettività, mi raccomando!). E, facendo un passo indietro, in fase progettuale potrai sapere di star realizzando qualcosa che sai esattamente come vorresti che fosse, senza dover intuire cosa vorrebbero altre persone se la stessi realizzando per loro.

Criterio n°5

Sei pronto a realizzare la tua idea andando oltre qualsiasi difficoltà?

La paura di affrontare idee difficili e rischiose a volte potrebbe farti scartare le tue migliori idee di startup inconsciamente. Decidere di non avviare un’idea in base alla sua difficoltà è una scelta sbagliata. Facciamo un esempio: Satispay è un’azienda fintech nata per lo scambio di denaro tra amici in maniera smart e per rendere facili i pagamenti elettronici via smartphone. Per dire “È una buona idea creare Satispay” bisognava essere disposti ad affrontare una serie di sfide che sembravano molto complesse. La prima fra tutte era entrare in contatto con gli istituti di credito e con le autorità di regolamentazione bancaria, presentandosi come dei ragazzi universitari perfettamente sconosciuti nel mercato imprenditoriale, e chiedere un accordo a queste istituzioni multimiliardarie per poter diventare un tramite nello scambio di denaro smaterializzato. Qualche “pazzo” lo ha fatto e oggi Satispay è una delle top startup fintech mondiali.

Nella prossima (e ultima) parte vedremo una serie di consigli conclusivi per chiudere questo percorso alla ricerca dell’idea giusta!

Autore

Luca Coppolella
Head of Content

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