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Come creare il team di una startup

Creare il team giusto è una delle sfide più difficili - e più importanti - che una startup è chiamata ad affrontare. Questo perché fare startup è uno sport di squadra: è improbabile infatti, che una singola persona riesca a gestire in modo efficace ogni aspetto di un’azienda in rapida crescita.
Come creare il team di una startup

È invece molto più probabile che ci sia qualcuno con idee fresche e competenze altamente specializzate, che può apportare valore al team, spingendolo in direzioni nuove ed entusiasmanti… meglio averlo in squadra!
C’è almeno un altro grande motivo che suggerisce di abbandonare l’idea di fare tutto da soli. È il fatto che, solitamente, gli investitori preferiscono puntare su un team anziché su un singolo imprenditore. Per loro infatti è preferibile investire in  un team forte e coeso che sappia affrontare le sfide e gli alti e bassi del mercato.
Dipendere poi da un singolo individuo comporta rischi più elevati. Nel caso di malattie, cambiamenti di vita o altre emergenze personali, la continuità del business può essere compromessa. Cosa che, al contrario, diventa molto più gestibile se si può contare su una squadra che offra stabilità e capacità di affrontare le più svariate situazioni.

Perché è difficile creare il team di una startup?

Nonostante sulla carta sia chiara l’importanza di creare un solido team per avviare una startup… tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Non è raro che, in un eccesso di ottimismo, un founder si convinca che l’avvio e la gestione di una startup siano attività realizzabili sotto la responsabilità di un singolo. Talvolta, la mancanza di esperienza imprenditoriale può portare a sottovalutare le difficoltà e le complessità che si possono incontrare nella gestione di un’azienda. Chi vuole fare impresa potrebbe non essere pienamente consapevole delle sfide e delle responsabilità che derivano dall’avviare e far crescere una startup.

Un’altra caratteristica che rende difficile creare un gruppo, è la difficoltà di comunicare un nuovo progetto di impresa.
Riuscire a coinvolgere dei  potenziali compagni di viaggio e convincerli della bontà dell’idea richiede skills che non tutti hanno. Fra tutte la capacità di essere credibili e di condividere una vision a lungo termine.

A questi possibili ostacoli se ne può aggiunge un altro: la mancanza di un network. Soprattutto per gli imprenditori alle prime armi, trovare persone competenti e affini a sé può essere difficile, e può capitare di sentirsi troppo distanti dal “giro giusto”. Un possibile modo per superare questa difficoltà è quello di partecipare ad eventi del settore, conferenze e meetup, come gli incontri mensili by ToTeM. Può essere un modo efficace per espandere il proprio network, connettersi con potenziali collaboratori, scambiare idee e valutare se ci sono gli estremi per iniziare una collaborazione.

Quali figure servono nel team di una startup?

Dietro il successo di ogni startup c’è un’idea e un solido team che la trasforma in un’impresa di successo. Da quali professionalità è composta questo gruppo di lavoro?

Rei Inamoto, Chief Technology Officer di AKQA, ha coniato un concetto definito “Teoria delle 3H”. Questo combina le competenze fondamentali in un team per la costruzione e la scalata di un business. 

Secondo Rei Inamoto, “per creare un team efficiente, servono solo tre persone: un hipster, un hacker e un hustler”.
Seguendo il concetto di Minimum Viable Team (MVT) ogni startup con questo team minimo sarà in grado di avviare le attività aziendali. Vediamo nello specifico di cosa si occupano queste figure professionali:

Hustler

Un hustler è fondamentalmente il capo venditore che fa avanzare l’idea guidando le vendite aziendali. È l’uomo d’affari che genera contatti, conclude accordi e porta a termine il lavoro. Sa come affrontare i rifiuti, a chi vendere i prodotti e come far funzionare l’attività.

Hacker

L’hacker sviluppa la nuova tecnologia per l’azienda, costruisce prototipi di prodotti e lavora al loro sviluppo. Conosciuto anche come sviluppatore back-end, front-end o addirittura full-stack, l’hacker può creare algoritmi e sviluppare nuove tecnologie per i clienti.

Hipster

L’hipster è il designer e genio creativo dietro i prodotti. Sviluppa il design dei prodotti rimanendo fedele al marchio per offrire un’esperienza soddisfacente ai clienti e si assicura che i dettagli del prodotto siano autentici e commerciabili.

Unendo questi tre ruoli si crea un team efficace che ha le carte in regola per dare vita ad una startup tech. L’hipster contribuisce alla creatività e agli elementi di design, l’hacker sviluppa le tecnologie necessarie e l’hustler si assicura che l’azienda generi contatti e ricavi. 

Questa combinazione si dimostra efficace nel trasformare un’idea imprenditoriale in una startup di successo.

Un’altra corrente di pensiero però introdurrebbe all’interno del team di founder perfetto un ulteriore figura professionale: l’hound, ovvero il segugio che, in questo contesto, è colui che si occupa dell’analisi dei dati. Con la sua presenza si parla di 4H e non più di 3H.

Hound

L’analista si dedica a comprendere le esigenze dei clienti attraverso ricerca e analisi. Prima di avviare le vendite, è cruciale valutare l’adeguatezza del prodotto sul mercato e la strategia di promozione. Questo approccio suggerisce che molte startup rischiano di perdere l’opportunità di ottenere e comprendere il reale feedback dei clienti, fondamentale per adattare lo sviluppo del prodotto e le strategie promozionali.

Come gestire le prime assunzioni?

Nel caso in cui i tre o quattro founder abbiano un riscontro positivo dal mercato, si troveranno davanti ad una nuova sfida: fare crescere il team. Per capire come gestire le prime assunzioni abbiamo preso spunto da quanto ha raccontato a Forbes Mattias Tengblad. Co Founder & CEO di Corite.

Assumi persone proattive che possiedano più di una abilità

All’inizio del tuo progetto di startup, è vantaggioso avere delle persone nel team in grado di ricoprire molteplici ruoli e di lavorare in modo autonomo.
La capacità di ricoprire ruoli diversi è utile perché l’ambiente di startup è caratterizzato da una certa dinamicità. In questo scenario, la collaborazione tra diversi dipartimenti diventa più agevole quando il team è composto da individui versatili.

Ad esempio, potrebbe essere opportuno assumere un grafico con eccellenti capacità di scrittura e comunicazione o un programmatore con esperienza in animazione. Un’altra caratteristica utile dei primissimi impiegati di una startup è la proattività. I cosiddetti self-starter sono in grado di individuare le aree da implementare e di proporre idee su come apportare tali miglioramenti. Inoltre, sono in grado di ridurre al minimo i tempi morti fra un compito e l’altro, capendo in autonomia come possono essere utili al progresso dell’azienda.

Scegli un team che rifletta i valori della tua startup

Durante le fasi di selezione… ti verranno sottoposti molti curriculum e sarà molto difficile riuscire a scegliere tra quel vasto elenco di candidati altamente qualificati per una specifica posizione. Restringere la scelta basandosi unicamente sulle competenze, non sarà per niente facile. Una strada percorribile è quella di considerare i valori fondamentali su cui si basa la tua startup e adottare una prospettiva a lungo termine.
Esempi di dichiarazioni come il motto di Google “Concentratevi sull’utente e tutto il resto verrà di conseguenza” o il principio di Uber di “Valorizzare le idee rispetto alla gerarchia” evidenziano l’importanza di definire chiaramente l’identità a cui si aspira prima di iniziare il processo di assunzione. È possibile strutturare domande di intervista da proporre ai candidati per identificare quelli che rispondono meglio alle tue esigenze e condividono i tuoi valori.
Allo stesso tempo, è consigliabile impegnarsi nella formazione di un team con background, personalità e stili di lavoro diversificati. Un team eterogeneo contribuisce a garantire una visione completa del progetto e può arricchire la tua startup.

Esternalizzare il lavoro solo se la situazione lo richiede

Tendenzialmente si privilegia l’idea che sia meglio evitare di esternalizzare gli aspetti tecnici e di sviluppo del prodotto. Sebbene possa sorgere la tentazione di ingaggiare un’azienda esterna che si occupi di quello che non si sa fare, questo approccio è sconsigliato. Quando si passa dalla fase di prototipazione e ci si confronta regolarmente con gli utenti, diventa evidente la necessità di una costante iterazione del prodotto. Questo processo richiede un approccio interno, paziente e orientato al lavoro di squadra che un team esterno, non può soddisfare.
A volte però, dati alla mano, l’outsourcing a consulenti esterni potrebbe essere un’opzione più conveniente rispetto all’assunzione di dipendenti.
Stilando un elenco dei lavori e delle mansioni necessarie è possibile stabilire se si tratta di esigenze una tantum, di compiti quotidiani o settimanali ricorrenti o di attività che possono essere svolte secondo un calendario prestabilito (ad esempio, due volte l’anno). A quel punto è possibile che emerga l’esigenza di delegare alcuni compiti, ottimizzando al contempo il budget (fondamentale nelle prime fasi dell’attività).

Non assumere più persone del necessario

Nel contesto del business tradizionale, le aziende gestite con saggezza seguono una prassi operativa standard che prevede il monitoraggio dei costi del lavoro, per adattarli alle mutevoli condizioni di mercato.
Numerose startup sono state lanciate durante periodi di mercato in crescita, quando l’interesse degli investitori e degli utenti è al massimo. Questa situazione può indurre i founder a sviluppare una falsa sensazione di sicurezza, portandoli a ingrandire il proprio staff e a dedicare meno tempo alla formulazione di piani operativi di emergenza, essenziali quando le condizioni di mercato subiscono variazioni.
Bisognerebbe sempre tenere un registro chiaro di ogni dipendente e consulente con cui si hanno obblighi finanziari, così da avere una panoramica reale per prendere decisioni strategiche su quando espandere o ridurre le dimensioni del team.

Con queste indicazioni speriamo di averti dato qualche spunto in più per gestire la composizione del tuo gruppo di lavoro. Per il successo della tua attività tieni a mente che il team non è solo un gruppo di individui che lavorano insieme, ma un insieme di talenti complementari uniti da una visione comune.
Ogni membro della tua squadra contribuirà a definire il futuro della tua attività. La strada può essere impegnativa, ma è proprio la forza collettiva che trasforma le sfide in opportunità e rende possibile il raggiungimento di obiettivi straordinari.
Per la tua idea di business sei alla ricerca di alcune figure chiave o il tuo team è al completo? Per allargare il tuo network puoi venire a trovarci durante uno degli eventi ToTeM, mentre invece se il tuo gruppo di lavoro è al completo puoi segnalarci la tua startup e aiutarci ad implementare la mappatura dell’ecosistema torinese che portiamo avanti ormai da qualche tempo!

Autore

Cristina Interliggi
Web Content Creator & SEO Copywriter

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