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Politecnico di Torino ed Enea presentano PeWEC 2.0, il dispositivo per dare elettricità naturale alle zone insulari e costiere

Il galleggiante nato nel 2015, e recentemente modificato e migliorato, può dare il via a una svolta green di grande impatto per il nostro Paese.

PeWEC è l’acronimo di Pendulum Wave Energy Converter, un dispositivo galleggiante che sfrutta l’oscillazione generata dal moto ondoso marino trasformandola in energia elettrica. La sua prima versione è stata presentata nel 2015 da ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. In questi anni si è dimostrata una validissima risorsa molto utile per fornire energia elettrica alle zone costiere ma in particolar modo alle piccole isole presenti nei nostri mari. Infatti, la maggior parte delle zone insulari ancora oggi deve ricorrere a impianti alimentati da combustili inquinanti per potersi garantire l’autosufficienza energetica di cui hanno bisogno. Diversamente bastano dieci dispositivi PeWEC per rifornire fino a 3.000 persone in maniera ecologica e rispettosa dell’ecosistema marino ed è sufficiente aumentare il loro numero per riuscire a raggiungere anche diverse decine di isole distanti tra loro. Per il nostro Paese, che vanta 8.000 km di costa e la presenza nei propri mari di oltre 50 territori insulari, l’energia producibile dal moto ondoso costituisce, quindi, un grande potenziale sia economico che ecologico.

Con PeWEC 2.0 il Politecnico di Torino ed ENEA hanno presentato una versione aggiornata e migliorata di questo dispositivo galleggiante. È stata migliorata l’efficienza e di conseguenza la capacità di produrre energia a bassi costi e, quindi, a basso prezzo per l’utente finale. Un altro vantaggio di PeWEC è il suo contributo alla limitazione dell’erosione dei litorali, grazie al suo lavoro di assorbimento del moto ondoso che può ridurre la forza con cui l’acqua impatta sulle coste. Rispetto all’eolico e al fotovoltaico, PeWEC offre la possibilità di sfruttare la maggior forza delle onde nei mesi invernali e di mal tempo, che corrispondono anche ai periodi in cui i consumi sono più alti e il fabbisogno energetico maggiore.

Contribuendo all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica, dato che nel nostro Paese la produzione di energia è ancora dipendente dall’impiego di combustibile fossile, e sfruttando l’energia marina PeWEC costituisce non solo un’opportunità sul fronte economico, come già detto, ma anche un’alternativa green in linea con gli obiettivi dell’Unione Europea e dell’EU Green Deal. Entro il 2050, infatti, l’Unione Europea si è imposta come obiettivo che il 10% del fabbisogno energetico europeo sia soddisfatto dall’energia ricavata dal mare, offrendo a 94 milioni di famiglie all’anno un’alternativa green per le proprie forniture energetiche e portando alla nascita di oltre 400.000 posti di lavoro e a una riduzione delle emissioni di anidride carbonica pari a 234 milioni di tonnellate.

Autore

Luca Coppolella
Head of Content

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