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Confindustria e Intesa Sanpaolo rinnovano i propri accordi: 17 miliardi per rilanciare le imprese piemontesi

Focus su export, innovazione e nuovi mercati strategici per affrontare la sfida della ripresa.

Con un nuovo impegno finanziario da 17 miliardi di euro destinato alle imprese piemontesi, Confindustria e Intesa Sanpaolo rinnovano l’accordo operativo avviato nel 2009. Il protocollo, valido per i prossimi quattro anni, rientra in una più ampia intesa nazionale che punta a mobilitare complessivamente 200 miliardi entro il 2028.

L’accordo si concentra su comparti ad alto potenziale come aerospazio, energie rinnovabili (incluso l’idrogeno), robotica, intelligenza artificiale e scienze della vita. L’obiettivo è sostenere la competitività delle imprese, in un contesto internazionale reso incerto dalle tensioni geopolitiche e dalla volatilità dei mercati.

Marco Gay, presidente dell’Unione Industriali di Torino, sottolinea l’importanza di questo legame tra imprese e sistema bancario: “Il rapporto con la finanza è tattico e strategico – sia per gli investimenti che per aiutare le aziende in un momento straordinario in cui l’unica certezza è l’incertezza e pianificare a 3 o 5 anni è difficile tra mercati ballerini e novità che si scoprono ogni mattina“.

Particolare attenzione sarà rivolta all’export, asset fondamentale per l’economia piemontese. Secondo Gay, la firma del protocollo rappresenta uno strumento concreto per rafforzare le filiere e sostenere le imprese in un contesto globale in evoluzione. “Le aziende di questo territorio hanno l’export come centrale e stiamo affrontando il periodo considerando le filiere orizzontali e verticali, anche facendo leva su un protocollo importante come quello che stiamo firmando questa mattina”.

Intesa Sanpaolo ha presentato uno studio che evidenzia la vulnerabilità di settori strategici come meccanica e agroalimentare rispetto all’andamento dei dazi statunitensi. Di fronte a queste criticità, emergono nuove opportunità in mercati alternativi: Emirati Arabi, Paesi del Golfo, India, Cina, Brasile e Messico si profilano come destinazioni strategiche per diversificare l’export.

“Questo protocollo ci aiuterà a continuare a fare il nostro lavoro e ad accelerare per essere pronti quando ci sarà una ripartenza globale: noi vogliamo esserci”, ha affermato ancora Gay.

Nonostante un contesto complesso, caratterizzato da una lunga fase negativa della produzione e da una domanda ancora debole, Intesa Sanpaolo guarda con fiducia ai prossimi mesi. “Veniamo da un 2024 e un primo trimestre 2025 non semplice dopo 26 mesi di produzione negativa e un export negativo nonostante la crescita nazionale e gli investimenti mostrano una domanda ancora molto lenta, con settori che soffrono più di altri. Ma siamo positivi: crediamo che già dalla fine di quest’anno ci sarà una ripartenza che poi vedremo meglio nel 2026“, ha dichiarato Stefano Cappellari, direttore regionale del gruppo bancario per le aree Piemonte Nord, Valle D’Aosta e Sardegna.

Nel mirino anche comparti in difficoltà come quello dell’automotive e della componentistica. Cappellari ha assicurato un supporto mirato: “Staremo vicini anche alle situazioni più difficili come l’automotive e la componentistica: vogliamo mappare le esigenze, se non di investimento, di gestione di un momento così difficile“.

L’accordo prevede non solo risorse finanziarie, ma anche un pacchetto di servizi di consulenza a supporto della transizione digitale e tecnologica. “Vogliamo essere consulenti anche per affiancare le aziende in tematiche come la digitalizzazione che non è più rimandabile, ma anche l’intelligenza artificiale“, ha concluso Cappellari.

Autore

Luca Coppolella
Head of Content

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