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MicroMar e Politecnico di Torino insieme per dare la caccia alle microplastiche nel Mediterraneo

Grazie all’approccio Citizen Science, la collaborazione volontaria di cittadini e associazioni ha permesso di effettuare più di 180 campionamenti di acqua alla ricerca di particelle nocive per l’ecosistema marino.

L’acqua di laghi, corsi d’acqua, mari e oceani è il luogo in cui si riversano la maggioranza dei rifiuti plastici, di varie forme e dimensioni, smaltiti in maniera scorretta. L’80% degli 8 milioni di tonnellate di plastica che finiscono nei mari ogni anno proviene dalla terraferma e mette in serio pericolo gli equilibri e la sopravvivenza degli ecosistemi marini. L’inquinamento peggiore è quello causato da microplastiche e microfibre, frammenti tra i 300 micrometri e i 5 millimetri provenienti dalla degradazione di prodotti in plastica e tessuti sintetici.

Per contrastare questo fenomeno a fine 2020 è nato MicroMar, progetto di monitoraggio delle microplastiche e microfibre presenti nel Mediterraneo, grazie alla collaborazione tra il Politecnico di Torino, l’EU Joint Research Centre, la biologa ambientale Patrizia Pretto, l’Istituto Oceanografico Scripps di San Diego e l’Università Federico II di Napoli.

MicroMar sfrutta l’approccio Citizen Science per riuscire a coinvolgere cittadini volontari e associazioni non profit nella raccolta di campioni di acqua da analizzare, fase di cui si occupa il Politecnico di Torino per quantificare la presenza di particelle plastiche. Tra le realtà che hanno già aderito ci sono Sea Shepherd, Parco Marino Miramare del WWF a Trieste, il Cestha, il Centro Studi Cetacei Pescara, il Parco Marino di Gaeta, l’Associazione non profit TartAmare in Toscana, Free divers Erice, Free divers Torino, Egadi Passione blu e WWF Molfetta.

Questa ricerca ha come obiettivo finale la conoscenza dello status quo riguardante l’inquinamento da microplastiche e microfibre per poter sviluppare dei piani di azione riguardanti sia il monitoraggio che l’arginamento e la progressiva eliminazione del problema. Tonia Tommasi, ricercatrice del Politecnico nel campo dell’Ingegneria Industriale che insieme alla collega Silvia Fraterrigo Garofalo sta lavorando al progetto, ha dichiarato: “Con questo progetto intendiamo rafforzare il legame tra la ricerca scientifica e i cittadini, dove questi ultimi sono parte attiva di un percorso che mira alla conoscenza e sensibilizzazione sulle gravi conseguenze ambientali dovute all’uso della plastica ed al suo smaltimento improprio. Questo compito vede un forte impegno del Politecnico e si lega a filo doppio con gli obiettivi e le misure adottate dalla Comunità Europea per ridurre l’utilizzo della plastica, specialmente quella monouso, a partire dal prossimo luglio”.

(📷 © AP images/European Union – EP)

Autore

Luca Coppolella
Head of Content

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