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Il tuo profilo LinkedIn non è il tuo CV (pt.2)

Continuiamo il viaggio alla scoperta dei segreti per curare al meglio la tua presenza su LinkedIn!

Risorsa realizzata da Anna Giannalia – Digital & Content Strategist

A chi serve LinkedIn Premium?

C’è solo una domanda che tutti mi hanno fatto almeno una volta, colleghi, amici, collegamenti: “Ma secondo te, LinkedIn Premium mi serve?”

Non esiste una risposta giusta, e nemmeno una sbagliata. Dipende, da diverse cose.

Se sei un Ricercatore per l’azienda X, non sei alla ricerca di un nuovo lavoro e non ti occupi delle assunzioni la risposta è no!

Se sei un recruiter di una grande azienda, sei in piena fase di ricerca e per la posizione ricevi centinaia di CV allora la risposta è si!

LinkedIn Premium ha molti vantaggi, utili però solo a determinate figure.

Io ho provato il profilo Sales Navigator per 6 mesi, e giuro che non ci ho cavato un ragno dal buco. Non perché siano inutili le sue funzionalità, ma perché per me, Digital Marketer, non sono fondamentali. Ora come ora, da brava curiosa, lo riattiverei solo per scoprire tutti quelli che visitano il mio profilo.

Spesso, tra l’altro, sento parlare di LinkedIn Premium solo in riferimento a Sales Navigator, come se fosse l’unico profilo disponibile. Non è così. Sono quattro i profili premium esistenti e ognuno risponde a determinate esigenze, ma tutti pensano che sia Sales Navigator il più interessante. Sarà perché non conoscono gli altri?

Sales Navigator

Il profilo più usato, più discusso e più richiesto. Sales Navigator è anche il profilo premium con più funzionalità dedicate, ma non per questo è il più utile.

Se il tuo lavoro non comprende il business development questo profilo non ti serve. E probabilmente non ti serve nemmeno se sei un Marketer, o se vuoi solo fare lead generation.

Sales Navigator, come dice il nome stesso, è un ottimo strumento per le vendite.

Le caratteristiche di questo profilo sono diverse e sempre in aggiornamento. 

  • Avvisi e informazioni: eseguire l’azione giusta al momento giusto è fondamentale per un sales, e con gli aggiornamenti in tempo reale su lead e account scrivere il messaggio giusto sarà semplicissimo.
  • Segnalazioni di lead e ricerche salvate: scopri velocemente le persone giuste e salva i profili per tenerti al corrente delle loro novità.
  • Elenchi personalizzati di lead e account: non esiste modo migliore di tenere d’occhio il mercato se non osservando i principali attori, con questa funzionalità potrai creare, organizzare e tenere traccia di elenchi di lead e account.
  • Ricerca lead avanzata: una ricerca ben fatta può aiutarti a trovare il cliente migliore, LinkedIn quindi ti mette a disposizione diversi filtri per arrivare alla persona giusta.
  • Interfaccia di vendita a sé stante: tutto il potenziale di LinkedIn progettato per i professionisti delle vendite in una home page dedicata: all’interno potrai trovare diversi report, notifiche e funzionalità specifiche per realizzare la vendita perfetta.
  • 20 messaggi InMail: trovare la lead giusta non è semplice, ma dopo averla raggiunta devi poterci comunicare, e con le InMail potrai raggiungere qualsiasi profilo.
  • Videocorsi online: acquisisci le competenze più richieste grazie a esperti del settore con LinkedIn Learning, per dare una marcia in più alla tua carriera nelle vendite
  • Tutte le funzionalità Premium: sfrutta tutte le funzionalità Premium, come “Chi ha visitato il tuo profilo?” e la ricerca di profili illimitata.

Nonostante le funzionalità siano molto intriganti, non tutti i profili però hanno bisogno di queste aggiunte.

Chi ha un ruolo Sales sa come sfruttare questo profilo: le notifiche sui cambi lavorativi possono diventare uno spunto di conversazione, i filtri avanzati possono far trovare la persona giusta da contattare, la lista delle lead permette di “conservare” i profili interessanti per poter proporre il proprio prodotto.

Allo stesso modo chi è CEO, marketer o Data quality manager non ha bisogno di queste informazioni, perché non gli servono per gestire il proprio lavoro.

Premium Business

Raggiungere le persone giuste per una startup è fondamentale. In base alla fase in cui ti trovi infatti potresti avere bisogno di nuovi investitori, di clienti o, perché no, acquirenti interessati. 

Il tuo scopo è quindi quello di potenziare e migliorare il tuo business, creando anche un personal brand efficace e spendibile in un ambiente aziendale affollato e variegato. 

Per farlo potresti aver bisogno di Premium Business. 

Come Sales Navigator ti da modo di “indagare” più a fondo nel vasto mondo dei collegamenti LinkedIn, ma con funzionalità più inerenti alle tue necessità. 

  • Ricerca di profili illimitata: avere il network giusto è fondamentale, proprio per questo devi poter cercare il collegamento adatto andando oltre il semplice 2° grado. 
  • Chi ha visitato il tuo profilo: LinkedIn punta tanto sulla notifica di chi ha visualizzato il profilo: unico social che analizza il pubblico in questo modo a tutti i livelli, permette ai suoi utenti premium di avere una visione più ampia e completa. Non puoi sapere quale interesse può esserci dietro una visita se non sai per certo chi ti ha cercato.
  • 15 messaggi InMail: l’aspetto negativo delle connessioni su LinkedIn è che ti impediscono di scrivere liberamente a chi si trova oltre il 2° di collegamento, ma uno startupper deve poter comunicare con tutti! Ecco quindi che entrano in giorno le InMail, che permettono di contattare liberamente tutti gli utenti. 
  • Informazioni sull’azienda: avere informazioni dettagliate sui trend di crescita e le aziende è cruciale, perché solo così potrà sapere cosa aspettarsi dal suo mercato. 
  • Videocorsi online: acquisire nuove competenze è fondamentale in un mondo in continua evoluzione, e LinkedIn Learning cerca di dare le migliori risorse ai propri abbonati. 

Le similitudini con il Sales Navigator sono tante, ma, se posso, una differenza fondamentale sta nel prezzo. A fronte del costo mensile di 60,49€ al mese di Sales Navigator, Premium Business è attivabile a solo 45,36€. Insomma, una ricerca basata su più tag vale i 15€ di differenza?

Premium Career

Se sei alla ricerca di una nuova esperienza lavorativa allora lo strumento giusto è Career. Attraverso funzioni specifiche infatti LinkedIn permette ai suoi utenti di cercare il lavoro più adatto e di mettersi “in mostra” nel modo giusto.

  • Navigazione in modalità privata: hai la possibilità di curiosare sui profili dei recruiter e dei possibili datori di lavoro in modo anonimo, continuando a vedere chi ha visitato il tuo profilo
  • Offerte di lavoro ideali: la piattaforma ti mostra le offerte di lavoro per cui rientreresti fra i migliori candidati e per cui potresti avere un vantaggio sugli altri.
  • Informazioni sui candidati: una funzionalità che ti permette di confrontare il tuo profilo con quello degli altri candidati, per capire le tue reali chance. 
  • Chi ha visitato il tuo profilo: per scoprire chi ha visitato il tuo profilo negli ultimi 90 giorni e come ti ha trovato
  • Messaggi diretti ai recruiter: come già detto le InMail permettono di contattare anche chi non rientra nei nostri collegamenti, ecco perché questo profilo mette a disposizione 3 crediti InMail.
  • Videocorsi online: per acquisire nuove competenze e battere gli avversari. 

Pur non essendo uno strumento indispensabile, quando si è in cerca del lavoro perfetto ogni aiuto sembra quello giusto. Avere lo status di “candidato in primo piano” è sicuramente una delle feature interessanti, così come le offerte di lavoro ideale.

Il prezzo non è esagerato (30,23€ al mese), nella speranza, ovviamente, di non doverlo pagare a lungo!

Recruiter Lite

Il nome lascia poco spazio all’immaginazione. Se non sei recruiter questo non è il profilo adatto a te.

Le funzionalità plus che offre sono molto utili per effettuare una ricerca ideale e puntuale.

  • Design specifico per la selezione del personale: LinkedIn tiene particolarmente ai suoi profili premium, e proprio per questo ha creato anche per questo profilo una Home dedicata, con accesso a tutte le funzionalità più importanti, gestendo anche l’intero pool di candidati in un unico posto
  • Tracking automatico dei candidati: in questo modo potrai tenere traccia dei candidati e delle posizioni aperte con i relativi progetti.
  • Ricerca di profili illimitata: come per Business, potrai visualizzare un numero illimitato di profili dai risultati di ricerca e profili suggeriti, fino al 3° grado
  • Ricerca avanzata: mira ai talenti migliori con filtri di ricerca avanzati progettati appositamente per il recruiting.
  • Chi ha visitato il tuo profilo: per sapere se i potenziali candidati hanno visitato il tuo profilo negli ultimi 90 giorni. 
  • 30 messaggi InMail: per poter contattare chiunque e risparmiare anche tempo grazie ai template predefiniti.
  • Suggerimenti intelligenti: suggerimenti dinamici utili mentre cerchi nuovi talenti per la tua azienda.

Se hai fatto selezione del personale su LinkedIn saprai già che questi strumenti sono utilissimi. Sono esattamente quelli che servono a una figura del genere, che riuscirà così a ottimizzare tantissimo i tempi di ricerca.

Ovviamente questo strumento non si rivolge a chi saltuariamente cerca nuovo personale ma a chi fa questo ogni giorno: recruiter di grandi aziende, agenzie per il lavoro, HR di aziende di consulenza.

Anche il prezzo si sposa bene con queste figure specifiche, se cerchi un dipendente ogni 6 mesi puoi infatti evitarti di spendere quasi 91€ al mese per il candidato perfetto!

Cosa posso suggerirti?

Non vorrei ripetermi, ma anche stavolta devo dire che alla domanda se attivare o meno l’abbonamento la mia risposta è: dipende. Non è difficile capire cosa penso: se non rispecchi un dato profilo e non sai come sfruttare ogni singolo potenziamento puoi anche fare a meno del profilo premium. 

Per far crescere la propria rete ci sono tanti altri strumenti e metodi che puoi utilizzare, senza dover infatti pagare un abbonamento Premium.

Ogni funzionalità premium che si rispetti deve infatti rivolgersi solo a un determinato pubblico e avere un obiettivo ben definito. Ma questo obiettivo deve anche essere perseguito. Attivare il Sales Navigator non ti porterà in automatico nuovi clienti, così come il Business non ti aiuterà a crescere e trovare i profili più interessanti per il tuo lavoro. 

Sicuramente un buon punto di partenza è avere una figura adatta al ruolo che si vuole potenziare, perché solo così si darà un senso a una spesa del genere. 

Per essere chiari, se non sai come ampliare il tuo business non sarà il Premium Business ad aiutarti, ma se sai già come renderti appetibile ai tuoi finanziatori allora in LinkedIn troverai il perfetto alleato.

Dai il giusto Tone of Voice al tuo profilo

LinkedIn è un social professionale, questo è chiaro. Molti però confondono la professionalità con l’eccessiva serietà, o peggio, con la necessità di usare un linguaggio forbito e altisonante. No, non ci siamo.

La settimana scorsa ho ricevuto un messaggio che mi ha fatto riflettere molto a riguardo. Un nuovo collegamento ha risposto al mio messaggio di collegamento per dirmi che era lieto di aggiungermi, che anche lui aveva un blog, ma che lo utilizzava pochissimo e quindi voleva intensificare la sua attività. Quello che mi ha fatto riflettere, però, sono le espressioni che ha usato: “blog lacunoso”, “contatti asfittici”, “con utilità sociale”. Insomma, il problema non è stato cosa mi ha scritto, ma il linguaggio che ha usato per farlo. Non vi nego che lì per lì stavo quasi per rimuoverlo.

LinkedIn è un social professionale, ma resta un social!

Non serve usare parole ricercate, linguaggi forbiti, o tanto meno, utilizzare il “lei”. A volte dà fastidio farsi dare lei per strada, figuriamoci su un social!

Sono d’accordo con chi parla di “social professionale” per scoraggiare i post tipici di Facebook. Confesso di aver smesso di diversi collegamenti che condividevano continuamente post in stile “Buongiornissimo” o con foto e articoli a dir poco imbarazzanti. Se vuoi mettere una foto di te con sguardo ammiccante LinkedIn non è il luogo adatto, così come non è il posto giusto per sterili polemiche politiche o per fare un resoconto delle vacanze estive. –

Però ho un mio pensiero rispetto al linguaggio da usare su questa piattaforma. Il lei e il linguaggio arcaico lasciamoli alle email professionali (anzi, magari eliminiamoli anche lì).

Quando chiedo il collegamento mando sempre un breve messaggio introduttivo, molto schietto e semplice, e ovviamente mi riferisco al contatto in questione con “Ciao XXX”, usando un linguaggio cordiale e basato sul “tu”. Lo trovo più coerente con la mia posizione, con il settore per cui lavoro. Soprattutto, per me, il “lei” è dovuto a chi ha una certa età, o al massimo a chi ricopre delle posizioni assolutamente lontane da me.

Non scriverei mai a Sergio Mattarella con “Ehi Sergio, che ne dici di accettare la mia richiesta di collegamento?”. Ma lui è un’eccezione, e le eccezioni, per me, sono davvero poche.

Tutti mi hanno sempre risposto a tono, ringraziandomi per il messaggio, ma soprattutto per la semplicità.

Tranne uno. Lui non ha apprezzato, anzi mi ha proprio scritto che lo ha trovato sconveniente. Per la prima volta ho pensato di aver sbagliato tutto finora. Pensavo di aver fatto davvero una cosa brutta, da condannare. Poi ho riflettuto sul suo messaggio. Ha definito il mio messaggio diretto e presuntuoso, così come l’uso del “tu”.

Ma davvero è presuntuoso pensare che la persona che voglio inserire nel mio network possa gradire o meno il tu? È sconveniente chiamare qualcuno per nome anche se non l’hai mai incontrato prima? Giuro, ho guardato e riguardato la Netiquette, di cui sono una grande fan, e non ho trovato nessun riferimento al fatto che il “tu” potesse essere sgradito. 

Ma poi ho capito. Non ero io ad aver sbagliato, ma il mio interlocutore ad aver sopravvalutato sé o LinkedIn. 

Certo, c’è anche chi esagera sul versante opposto. Uso frenetico di emoji, battute fuori luogo, commenti non rilevanti e relativi, magari, alla sfera personale. Ecco, questo non solo lo sconsiglio, ma vi invito a non farlo nemmeno in altri social. Non è LinkedIn qui il fulcro, ma il rispetto delle parti.

  • Il rispetto non passa da un lei.
  • La professionalità non si legge in un post.
  • La cultura non viene percepita da un vocabolo ricercato.

Smettiamola di usare un linguaggio che non ci appartiene, di scrivere post che si ispirano a Dante e Petrarca, di darci delle arie con un post. Personalmente preferisco un emoji a un “dottoressa”. E vi assicuro che non sono l’unica!

La risorsa ti è piaciuta?
Mentre aspetti le prossime, leggi le nostre altre guide.

Autore

Anna Giannalia
Digital & Content Strategist

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