50 startup innovative saranno in prima linea nel progetto 1000 infrastrutture da monitorare: 500 milioni di euro investiti per il monitoraggio e la mappatura, attraverso sensori e software di analisi dati, delle infrastrutture italiane a rischio crolli e incidenti. Verrà creato e aggiornato un database con informazioni sullo stato di conservazione di opere infrastrutturali come autostrade, ponti e cavalcavia e tra le tecnologie che verranno impiegate per il monitoraggio ci saranno anche l’intelligenza artificiale, flotte di droni e microsatelliti.
Torino sarà protagonista in questo progetto con il coinvolgimento in prima linea di Torino Wireless e di numerose startup provenienti dal Polo di Innovazione ICT e dal cluster Smart Communities Tech. Oltre ai già citati l’iniziativa, presentata la settimana scorsa al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, nasce dalla sinergia con enti di altre quattro regioni: Tern (Basilicata), Dac (Campania), SiiT (Liguria) a cui si affiancheranno anche l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Durante i 36 mesi di attività previsti verranno raccolte informazioni dettagliate sui fattori di rischio in modo da evidenziare le aree di intervento urgente e quali invece debbano essere oggetto di pianificazione per quanto riguarda operazioni di consolidamento e manutenzione. L’iniziativa prevede tre fasi distinte:
1) valutazione e messa a punto dell’impianto tecnologico necessario;
2) test e sperimentazione su infrastrutture indicate dal Ministero;
3) applicazione del monitoraggio a 1000 infrastrutture lungo tutta la penisola.
Il coinvolgimento nel progetto sarà estremamente trasversale, vedendo anche qui una grande presenza di realtà attive sul territorio torinese: enti di ricerca (ENEA, CNR, Fondazione Links), università (Politecnico di Torino), istituzioni, 60 partner industriali (tra cui Leonardo, Fincantieri, Ferrovie dello Stato, Anas, Gruppo Gavio, Ericsson, Hitachi Rail) e numerose PMI, startup innovative e spin-off universitari.
Oltre al finanziamento di 500 milioni l’obiettivo è ottenere l’assegnazione dei fondi a sostegno della ripresa in Europa dell’iniziativa Next Generation EU.
Questa fase iniziale servirà inoltre a testare questo progetto per valutare, successivamente, l’impiego e applicazione di queste tecniche ad altre aree di intervento strategico: reti elettriche e idriche, gasdotti, aeroporti civili e militari, ospedali, scuole e regioni ad alto rischio idrogeologico o sismico.