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The State of Software Development in Italy: i risultati dell’indagine 2022 di BitBoss

La software house torinese ha realizzato la terza edizione dell’indagine per mostrare cosa cercano gli sviluppatori nel mondo del lavoro: la flessibilità è un valore fondamentale per 8 sviluppatori su 10.

BitBoss, nata a Torino nel 2018, è una startup innovativa incubata in I3P che supporta startup e imprese tradizionali nello sviluppo di software e prodotti digitali in grado di crescere ed evolversi nel tempo, fornendo prodotti, know-how tecnologico e consulenza tecnica in merito alle decisioni aziendali in ambito software.

Secondo la ricerca The State of Software Development in Italy, condotta dalla software house torinese alla fine del 2022 e rivolta a oltre 800 sviluppatori con lo scopo di indagare l’ecosistema dal punto di vista della soddisfazione lavorativa, delle tecnologie più utilizzate e in generale dello stato di salute di questo settore:

  • 3 developer su 4 sarebbero intenzionati o ben disposti a cambiare il proprio posto di lavoro, nel momento in cui dovessero emergere nuove opportunità;
  • il 31,7% degli sviluppatori dipendenti vorrebbe cambiare posto di lavoro, mentre il 42,7% si dice aperto ad ogni opportunità che possa portare un miglioramento alla propria vita professionale;
  • 8 sviluppatori freelance su 10 non si dicono disposti a rinunciare alla propria libertà in cambio di un contratto da dipendenti a tempo indeterminato;
  • il 78,4% degli sviluppatori dipendenti afferma che l’applicazione del remote working influenzerebbe in maniera positiva la scelta di accettare un nuovo posto di lavoro;
  • Solamente il 2,5% degli sviluppatori professionisti non è attualmente occupato.

Negli ultimi anni e soprattutto dopo la pandemia abbiamo assistito ad un fenomeno in veloce aumento anche in Italia che prende il nome di “Great Resignation” (Grandi Dimissioni). Il termine fa riferimento ad una situazione che, stando alle rilevazioni del Ministero del Lavoro, ha portato a più di 2 milioni di dimissioni già nel 2021 e che interessa i lavoratori dipendenti con contratti a tempo determinato e indeterminato. In seguito è stato coniato anche il termine Job Hopping che definisce il fenomeno sempre più frequente di saltare da un lavoro all’altro, simbolo della rivoluzione culturale del nostro tempo che si contrappone all’idea ormai passata di dedicare tutta la vita ad un solo lavoro. Come dimostrato dall’indagine un settore che non esula da questo fenomeno è quello della tecnologia e, più nello specifico, quello degli sviluppatori di software.

In particolare se ci concentriamo sulla cosiddetta Generazione Z, ovvero sugli sviluppatori dipendenti di età pari o inferiore a 25 anni, il 60,9% ha dichiarato di essere intenzionato a rivedere in qualche modo la propria attuale vita professionale reinventandosi come freelance, imprenditore o semplicemente cambiando azienda. Solo il 6,5% dichiara di non avere l’intenzione di spostarsi dall’attuale luogo di lavoro nel prossimo futuro.

Davide Leoncino, Co-founder e Responsabile Marketing di BitBoss, ha commentato: “I dati che abbiamo raccolto non mostrano insoddisfazione da parte degli sviluppatori riguardo al proprio posto di lavoro o alla propria vita professionale. Al contrario, quasi 8 sviluppatori su 10 si dicono sostanzialmente soddisfatti della propria situazione professionale, tuttavia esiste una forte inclinazione a cercare sempre nuove opportunità e a guardare con favore l’idea di cambiare la propria vita professionale se si presentano le giuste condizioni”.

I fattori determinanti: flessibilità lavorativa e stipendi adeguati

Il 76,7% degli sviluppatori dipendenti sarebbe disposto a cambiare posto di lavoro a fronte di uno stipendio più alto, mentre per il 45% avrebbero più valore le maggiori opportunità di un avanzamento di carriera. Assumerebbe un ruolo importante anche la qualità del team di lavoro: per 4 sviluppatori su 10, lavorare con un team non adeguato basterebbe per spingerli a cercare nuove opportunità lavorative. La libertà di poter scegliere in autonomia i propri clienti e progetti è imprescindibile per 1 sviluppatore su 2.

Davide Leoncino ha aggiunto: “Questo modo di vivere la propria vita professionale è probabilmente legato anche ad una crescente fiducia nelle proprie competenze e in una spiccata capacità di adattamento alle nuove situazioni, molto più accentuata e socialmente accettata rispetto al passato. Dalla nostra ricerca emerge come il 95,9% degli sviluppatori ritenga, nell’eventualità di abbandonare il proprio posto di lavoro, di avere tutte le competenze necessarie per riadattarsi e per riuscire a trovare una nuova occupazione in breve tempo, anche mettendo in conto un periodo di formazione o di aggiornamento”.

La formazione nella vita di uno sviluppatore

La capacità di rimanere al passo con le nuove tecnologie e innovazioni è un tema fondamentale per poter analizzare la grande predisposizione dei professionisti del codice a cambiare la propria vita professionale. Per 84,3% degli sviluppatori che hanno partecipato alla ricerca trova nella nascita di nuove tecnologie la generazione di nuove opportunità di carriera e di crescita professionale.

Il 67% degli sviluppatori cerca di apprendere almeno un un nuovo linguaggio di programmazione o una nuova tecnologia almeno una volta all’anno e quasi il 90% di loro ritiene fondamentale lo studio individuale costante, anche se si ha un impiego fisso e si sviluppa già a livello professionale. In un contesto formativo e di aggiornamento assumono un ruolo centrale le risorse online e le community, che rappresentano un aiuto fondamentale per il 60% degli sviluppatori.

Tecnologie: le innovazioni e i linguaggi più amati dagli sviluppatori italiani

BitBoss ha inoltre indagato lo scenario legato ai tipi di applicazioni più sviluppate, ai linguaggi e ai framework più utilizzati. Lo sviluppo web domina la classifica con un 73,8% di intervistati che dichiara di sviluppare lato back-end e un 65,5% che sviluppa lato front-end. Gli sviluppatori di app mobile raggiungono il 25,1%, mentre chi sviluppa applicazioni legate al gaming raggiunge il 5%. Chiudono la classifica coloro che operano nel mondo del Machine learning con il 4,5 e della BI con il 3,8%.

La maggior parte dei developer intervistati poi dichiara di lavorare su diversi tipi di applicazioni: il 21,6% sviluppa sia web che mobile mentre, se prendiamo a riferimento solo gli sviluppatori web, il 55,3% di loro dichiara di lavorare sia lato front-end che back-end.

Per quanto riguarda i linguaggi, Javascript si conferma il più popolare in assoluto, utilizzato dal 68,5% dei developer che hanno partecipato alla ricerca. Seguono HTML/CSS, SQL, TypeScript e PHP.

Il rapporto delle aziende italiane con l’innovazione

Secondo la ricerca condotta da BitBoss, un altro fattore da non sottovalutare quando si parla di scelte lavorative riguarda il grado di innovazione dell’azienda e le tecnologie utilizzate: tra gli sviluppatori che non stanno lavorando e che stanno attualmente cercando un’occupazione infatti, il 62,5% di loro ritiene fondamentale nella scelta l’adozione di nuove tecnologie da parte dell’azienda.

Riguardo alla propensione delle aziende a innovare, più della metà degli sviluppatori intervistati afferma che la propria azienda abbia una buona propensione all’innovazione e questo numero comprende sia i professionisti assunti in grandi società che chi lavora in piccole imprese. I developer tuttavia riconoscono che il principale freno all’innovazione all’interno delle aziende sia la mancanza di tempo e di risorse da dedicare a queste attività, motivazione data dal 58,8% degli intervistati. Il secondo fattore frenante tuttavia sembra essere la mancanza di lungimiranza da parte delle società che sembrano non percepire la necessità di innovare. Quasi 1 sviluppatore su 2 attribuisce ad essa la poca propensione all’innovazione dell’azienda per cui lavora.

(Fonte: comunicato stampa BitBoss)

Autore

Luca Coppolella
Head of Content

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