A fine febbraio l’Università di Torino ha iniziato una sperimentazione incentrata sullo sfruttare la robotica educativa e sociale, un laboratorio terapeutico settimanale che aiuti nell’incontrare le esigenze e nel favorire lo sviluppo delle autonomie di giovani individui con diagnosi di disturbo dello spettro autistico (Livello 1 di supporto DSM 5).
Il robot è fornito da Intesa Sanpaolo Innovation Center che ha messo a disposizione del progetto anche le proprie conoscenze pregresse nell’utilizzo della robotica al servizio di altri contesti per adattarne le potenzialità alla realizzazione di scenari di studio e di supporto adatti alle esigenze delle sessioni del laboratorio. Pepper viene utilizzato come assistente di psicologi, neuropsicomotricisti, educatori e logopedisti mentre il resto delle attività prevedono un’interazione autonoma tra i partecipanti al progetto.
Ogni attività coinvolge gruppi di quattro persone tra gli 11 e i 14 anni e prevede attività di interazione e riabilitazione sull’uso del linguaggio, della comunicazione interpersonale, dell’espressione delle emozioni e in generale l’accrescimento delle attitudini sociali.
L’assistente robotico è utile agli operatori per stimolare il raggiungimento degli obiettivi (miglioramento delle capacità di interazione, della coordinazione motoria, della gestione delle attività inerenti alla vita quotidiana) ed è risultato essere uno strumento motivante per i bambini e le bambine. Inoltre, il personale può avvalersene per misurare e registrare le risposte individuali e collettive alle attività svolte, incrociandole con dati ambientali e personali in modo da profilare in maniera dettagliata i comportamenti e le reazioni agli stimoli visivi, comunicativi ed emotivi.
I ricercatori e le ricercatrici del Dipartimento di Informatica di UniTo stanno lavorando a delle modifiche al sistema di Pepper, una su tutte l’implementazione di algoritmi di intelligenza artificiale. Il principale risultato desiderato è l’attivazione di un tracker oculare e di rilevamento delle emozioni, che possa rendere il robot sempre più adattabile alle esigenze di ogni bambino e bambina migliorando in maniera sostanziale l’esperienza terapeutica.