Si chiama Power Suite Curie ed è la nuova frontiera dell’ingegneria spaziale Made in Italy. Progettata da Argotec, azienda torinese specializzata in satelliti e sottosistemi, questa tecnologia è stata pensata per garantire affidabilità ed efficienza energetica ai veicoli che viaggeranno nello spazio profondo. Il debutto internazionale è avvenuto durante il Small Satellite Conference di Salt Lake City, tra il 10 e il 13 agosto, dove Argotec ha illustrato nel dettaglio le potenzialità del sistema attraverso un paper tecnico.
Curie è una PCDU (Power Conditioning and Distribution Unit) di nuova generazione, un vero cuore elettrico in grado di alimentare i satelliti anche a distanze superiori ai 24 milioni di chilometri dalla Terra, in ambienti ad altissima radiazione. Il progetto nasce da una collaborazione con ESA e introduce caratteristiche chiave come miniaturizzazione, modularità, lunga durata operativa e resistenza senza precedenti. La prima applicazione sarà la missione HENON, prevista a fine 2026, durante la quale il sistema assicurerà energia costante al satellite diretto verso il Sole e la Distant Retrograde Orbit. L’obiettivo sarà raccogliere dati sul meteo spaziale e segnalare tempestivamente fenomeni critici.
HENON è un dimostratore tecnologico sviluppato nell’ambito del General Support Technology Programme di ESA, con il sostegno di Agenzia Spaziale Italiana tramite il programma ALCOR e con la partecipazione di Regno Unito e Finlandia. La missione è concepita come un banco di prova per future costellazioni dedicate allo spazio profondo, aprendo la strada a soluzioni più competitive e performanti.
Argotec, già protagonista con missioni come LICIACube e ArgoMoon, detiene il primato dell’oggetto italiano più distante mai lanciato nello spazio, a 14 milioni di chilometri. Con Curie e HENON, l’azienda punta a superare questo traguardo, rafforzando ulteriormente il ruolo dell’Italia e di Torino nella ricerca e nell’innovazione spaziale.
David Avino, CEO di Argotec, ha dichiarato: “Curie rappresenta un cambio di paradigma per l’industria spaziale italiana e internazionale. Questa tecnologia abiliterà missioni di esplorazione robotica di nuova generazione, portando la ricerca scientifica oltre i confini attuali. Il Deep Space è la nostra storia, ciò che ci ha reso quello che siamo oggi, e una sfida che affrontiamo insieme a ESA e ASI”.