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ToTeM incontra…Nicola Farronato e Veronica Scuotto

Abbiamo incontrato la coppia che ha scritto "Love in the start-up era", un libro che apre un nuovo filone di ricerca sull’impatto dell’amore nel viaggio dell’impresa, proponendo modelli positivi e sostenibili di imprenditorialità e famiglia.

Veronica Scuotto è Professore Associato all’Università Federico II in Napoli, Nicola Farronato è responsabile del team innovazione della città di Torino. Si sono conosciuti nel 2009, a Napoli, nel corso di una conferenza su imprenditorialità e innovazione. Hanno vissuto dieci anni all’estero, tra Londra, Dublino, Glasgow e Parigi, vivendo esperienze ricche di contaminazioni internazionali e costruendosi un network di contatti sempre più glocal, globale e locale. Nel loro “giro del mondo” Veronica si è sempre dedicata alla carriera universitaria e Nicola a progetti di innovazione e startup. Uniti fin da subito dall’amore per le imprese innovative in ambito professionale, dal 2018 sono una coppia anche nella vita e si sono sposati nel 2020, proprio mentre stavano completando il libro Love in the start-up era.

Quanto è importante l’amore nel creare delle imprese e perché?

Un’impresa è creata e sviluppata da persone che sono indotte ad agire attraverso un rosa di emozioni. Nel 2001 Robert Plutchick descrive l’amore come un climax di emozioni che inizia con serenità e accettazione, includendo fiducia e gioia per poi arrivare a uno stato di estasi e ammirazione. In questo climax che l’imprenditore si annida e trasforma una mera idea in un’innovazione o ancor di più in una soluzione a un problema esistente. Con questo non vogliamo dire che l’impresa non deve più seguire le leggi dell’economia, finanza e del mercato ma enfatizzare che l’amore per un’idea e Il suo perseguimento induce alla creazione di impresa. Quindi, love è uno dei principali asset di un’impresa per innovare. Con questo libro abbiamo l’ambizione di esplorare il concetto di circolarità dell’amore rispetto alla imprenditorialità: da un lato fare impresa ha degli importantissimi impatti nella sfera personale degli imprenditori, nelle loro famiglie e nel loro cerchio affettivo; dall’altro lato avviare una nuova iniziativa imprenditoriale in coppia (intesa come marito moglie, fidanzati, fratelli, ecc…) può beneficiare di una spinta propulsiva distintiva grazie all’amore che fortifica la sinergia tra coppie di persone che condividono vita e lavoro (dual career couples).

Come mai vi siete rivolti a una casa editrice inglese? Quali obiettivi vi ponete sia in tema letterario che di innovazione e professionale?

Ci siamo rivolti a una casa editrice inglese perché volevamo rivolgerci a un pubblico internazionale, simile al nostro network professionale che ci siamo costruiti durante le nostre tante esperienze in giro per il mondo. Inoltre, pubblicare con una casa editrice con sede a Oxford e con anni di ottima reputazione nell’ambito dell’editoria estera ha reso la nostra scelta ancora più decisa. Attraverso il nostro libro Love in the start-up era desideriamo far conoscere la sfera emozionale e cognitiva dell’imprenditore che da individuo singolo acquisisce valore nella coppia, sia che si lavori insieme oppure no. Con tale proposito, dal punto di vista della letteratura manageriale introduciamo un nuovo filone di studio che unisce psicologia, management e imprenditoria. Sul lato professionale, desideriamo far conoscere come l’impresa possa crescere mediante la sinergia armonica della coppia che ha ispirato la nostra prospettiva innovativa che si basa sull’esplorare le opportunità del mercato andando oltre le classiche barriere economiche e consumistiche. Del resto, Ford non avrebbe creato la Ford T se avesse pensato meramente di soddisfare il consumatore!

Come è stato scrivere a quattro mani? Pregi e difetti?

Lo definiremmo con una parola in inglese: challenging, ovvero sfidante. In una prima fase è stato difficile unire la meticolosità accademica con la creatività imprenditoriale. Non nascondiamo che ci sono state molti conflitti cognitivi, qualche incomprensione e divergenza, che poi siamo riusciti a far convergere e far emergere con forza come i nostri punti in comune. La diversità nel team, in qualsiasi progetto, è difficile da gestire ma ricca di valore da attivare. Dal conflitto cognitivo, dai punti di vista differenti sulla stessa cosa, dalle divergenze, dal confine tra personalità differenti e dall’amore che le unisce possono nascere pensieri innovativi, meno conformisti. 

Coppie nella vita e coppie nel lavoro: perché ha un senso e quali sono i fattori che è importante sottolineare?

Partiamo dal presupposto che l’amore può convertire la forza del singolo “tu” e “io” in una sinergia di forze che ben si sintetizza nella parola “noi”. E allora perché non utilizzare questa forza duplicata nella sfera professionale quanto in quella privata? Una coppia ha la capacità di complementare le carenze dell’uno e dell’altro. Si parla tanto del concetto di multidisciplinarietà ma anche di multicapacità e competenza che ottimizzano e rendono più efficiente un viaggio imprenditoriale. La coppia incarna tale molteplicità di aspetti e unita all’amore per il business che crea e utilizza per innovare, riesce a superare le barriere della distanza e la mancanza di risorse. Nella nostra vita ed esperienza internazionale abbiamo avuto la fortuna di incontrare e conoscere alcune coppie di imprenditori che sono diventate per noi dei modelli positivi da cui farci ispirare e da cui apprendere, ciascuno con le proprie peculiarità e unicità. Abbiamo pensato a questo progetto proprio come un inizio di raccolta e racconto di alcune di queste storie, con l’obiettivo di poter stimolare e magari ispirare i lettori che sono in cerca di risposte e indizi su come coniugare vita personale e lavorativa senza dover rinunciare a un sogno imprenditoriale.

Guardando al futuro: l’amore come motore. Come devono cambiare, a vostro avviso, i valori nel mondo del lavoro?

Viviamo in una società considerata l’emblema del materialismo egoista, dove l’uomo economico si isola per raggiungere i propri scopi. Eppure, a latere sembra emergere un altruismo sociale che lascia intendere un cambiamento e un avvicinamento al concetto di fare impresa “insieme”. Come ben delineato ne La teoria dei sentimenti morali, Adam Smith ci ricorda che le persone sono spinte ad agire non solo dai bisogni ma dai doveri. Tali doveri che possono essere tradotti, a oggi, nella responsabilità sociale e amore verso l’altro. Ci piace pensare che l’impresa possa avere l’uomo e le sue emozioni al centro, proprio come il cuore rappresenta il centro di tutto nell’architettura umana. Noi vogliamo dare il nostro contributo, soprattutto ci muove la voglia di contaminare i giovani lettori con modelli positivi di imprese fondate da coppie imprenditoriali, e magari scoprire che relazione affettiva e imprenditorialità innovativa hanno un fil rouge, e l’una può sostenere l’altra. È necessario che il mondo riprenda ad avere un ritmo umano ed efficace per far sì che l’umanità sia felice e a suo agio. Oggi si parla della Società 5.0 dove viene data importanza alla figura umana anziché alla macchina: l’uomo non è più inteso come una risorsa per le imprese ma viene data una maggiore personalizzazione alla figura individuale come motore di ogni azione. Così l’Amore può essere un asset per l’impresa perché può diffondere il desiderio di creatività e determinazione e generare innovazione facendo emergere delle best practice che siano in linea con il dinamismo del mercato e della società in sé.

Parliamo nello specifico dei sette casi che avete scelto e, tra questi, dei casi torinesi.

Le storie di alcune delle coppie di imprenditori e di startup che ci hanno maggiormente ispirato in questo progetto sono divise tra casi internazionali e casi italiani, con focus Torino. Siamo partiti dall’Irlanda, dall’esperienza di Nicola e di B-sm@rk, una startup nata nel 2011 che ha lavorato sul tema delle emozioni e dell’intelligenza artificiale per personalizzare l’esperienza agli utenti digitali. Da Dublino siamo passati a Detroit grazie a una storia bellissima di una famiglia siciliana che, dopo una tappa di vita lunga un decennio proprio a Torino, si è trasferita in Michigan e ha creato una società specializzata in innovazioni in campo di mobilità aerea, Skypersonic. È incredibile raccontare come, proprio durante la stesura del libro, Skypersonic sia stata acquisita e quotata alla borsa tecnologica più importante al mondo, il NASDAQ di New York. Non poteva mancare Parigi, con la storia passionale di Team Creatif e di Sylvia Vitale Rotta, anche lei origini italiane e un vissuto ricchissimo di emozioni tra Londra e Parigi. La storia di Sylvia ci ha ispirato un acronimo, LOWE (Leader, owner, wife, entrepreneur) per evidenziare il carisma di una donna che ha saputo trasformare un sogno in una delle aziende di design più influenti in Europa. A Torino abbiamo trovato delle storie molto particolari: Immodrone e Drone Guardy, una coppia di giovanissimi fratelli che hanno creato due startup di successo nel mondo dei droni, una a Torino e una in America. Simone e Alessia Russo sono oggi annoverati tra i giovani innovatori più influenti in Italia (Forbes under 30). ElefanteVeg è una storia appassionante che ha visto una coppia di fidanzati lasciare i propri lavori e inventare una startup e una community basata sul cibo vegetale e sullo stile di vita sano. Infine, MammeinSol, una invenzione di Francesca, mamma e musicoterapista, che supportata dal marito ha creato una organizzazione di riferimento per mamme e neonati, a Torino e a livello nazionale.

Voi che avete girato il mondo insieme, come vedete il futuro di questa città?

Torino si è contraddistinta negli ultimi anni per il grande lavoro di città laboratorio che sperimenta, attrae innovatori e startup e si candida per essere una casa delle tecnologie emergenti. Una città ha bisogno di un ecosistema attorno fatto di imprese, di persone e di istituzioni locali che insieme affrontano i grandi temi del progresso tecnologico e sociale. Torino è oggi una delle città più proattive in Europa per studiare e sviluppare servizi innovativi per i cittadini e le imprese.

Quali sono gli ambiti in cui è importante che si applichino le startup?

I numeri delle startup nel mondo continuano a essere in crescita e confermano la maturità dell’era delle startup. Secondo l’ultimo report pubblicato a fine 2020 da Startup Genome (la più’ importante organizzazione al mondo per il monitoraggio e lo sviluppo di ecosistemi dell’innovazione), si evidenzia che, se l’ecosistema startup globale fosse uno Stato, con circa 3 trilioni di dollari di volume d’affari potrebbe partecipare al G7. I primi dieci Paesi al mondo per numero di startup ne contano quasi 100.000 e in Italia le oltre 12.000 startup innovative iscritte e registrate rappresentano il 3,3% di tutte le società di capitali di recente costituzione (fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, 2020). Le startup si applicano a tutto, a tutti i settori che possiamo elencare e immaginare. Perché sono i semi della vita nel futuro, e dobbiamo annaffiarli con energia, contenuti, supporto e amore.

Autore

Luca Coppolella
Head of Content

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