In un’intervista a La Stampa, il direttore del Centro Einaudi Giuseppe Russo ha spiegato come il Recovery Fund possa essere un apripista per l’innovazione sul nostro territorio. Torino è un luogo che può essere competitivo a livello internazionale e che deve sapere sfruttare i risvolti positivi del cambiamento che è in atto, sospinto dalla pandemia.
“Ogni volta che c’è una crisi che rimette in gioco i fattori di competitività di un territorio, di uno o più settori, verso il resto del mondo, si genera una sorta di caos, un rimescolamento, che produce una più ampia varietà di investimenti rispetto al passato”, ha dichiarato Russo. “Occorrono imprenditori più propensi al rischio. Oggi bisogna investire in innovazione, che per natura comporta dei rischi, a cui però corrispondono maggiori rendimenti e un più elevato valore aggiunto. Questa ricombinazione deve essere agevolata dall’intervento pubblico in modo virtuoso”.
In Piemonte i settori che hanno più patito la crisi derivata dall’emergenza Covid sono stati l’edilizia e le infrastrutture, che hanno visto un calo notevole negli investimenti dedicati. I settori industriali erano quelli che già prima del 2020 avevano tassi di crescita maggiori, tra questi il più virtuoso in assoluto continua a essere quello aerospaziale che si conferma un polo d’attrazione rilevante per quanto riguarda la tecnologia e l’innovazione.
“Un altro comparto da ricordare in modo virtuoso è l’agroalimentare, inteso però come filiera complessiva. E qui i margini di crescita sono ancora molto elevati. Il Piemonte è sempre stato all’avanguardia sulle esportazioni, dove il vantaggio competitivo è stato elevato storicamente. E questo è un metro di misura su quanto siamo competitivi sui fattori di produzione domestici. Aerospazio e agrifood rientrano in questa classificazione”, ha aggiunto Giuseppe Russo.
La posizione di Torino, crocevia commerciale tra l’Europa Mediterranea e quella continentale, offre alla città un notevole vantaggio logistico. Il rinnovo delle infrastrutture di trasporto commerciale potrà offrire alla città ulteriori opportunità interessanti trattandosi, insieme a quelle in logistica, di operazioni di investimento con piani pluridecennali. “Spesso la logistica si porta dietro parti dei processi manifatturieri. Il Piemonte ha sia spazi sia competenze per attrarre investimenti. Basti pensare all’assemblaggio finale di beni, che poi vengono spediti nel resto del mondo. Torino e il Piemonte possono diventare un hub per la distribuzione di componentistica: sono competitivi sul fronte della prossimità, dell’accessibilità e degli spazi fisici per questo genere di imprese. Tanto a livello nazionale quanto europeo”.
La realizzazione degli investimenti previsti dal Recovery Plan, e lo sblocco di quelli in sospeso da tempo, aiuterà a riequilibrare le quote di investimento con il PIL del Piemonte. L’innovazione dovrà essere principalmente nei processi decisionali, che devono diventare estremamente più rapidi. Questi avanzamenti e snellimenti dovranno necessariamente essere mirati a mettere centralità sui giovani e sulle infrastrutture sociali, nell’investire i fondi del Next Generation EU.
In conclusione, Russo ha aggiunto: “Far nascere una grande impresa è qualcosa che non si può prevedere. Ma è possibile lavorare per far nascere una grande rete virtuosa sul nostro territorio”.